Dall’8 all’11 agosto si svolgerà alla Tenuta Malepane di Uggiano (Le) la decima edizione della No Racism Cup: sport, musica, dibattiti, lotta e allegria raccontati anche in un libro celebrativo dal titolo “Un Calcio Al Razzismo”, cui ho avuto l’onore di dare un contributo. Ecco un estratto.

Era il lontano 2008 quando per la prima volta si organizzava in Salento il torneo di calcio antirazzista No Racism Cup, sulla scorta del successo di Calcio Senza Confini a Lecce. Quest’anno, dall’8 all’11 agosto presso la Tenuta Malepane ad Uggiano La Chiesa (Le), si svolgerà La Decima edizione che come al solito – oltre al classico mundialito – sarà piena di attività ed ospiti non solo sportivi: cito solo il dibattito con ZeroCalcare, Minuto Settantotto e la presentazione del libro di Angela Davis, per non fare troppi torti. Il resto lo trovate in locandina o sui canali web No Racism Cup.
Essere riusciti a dare a quell’appuntamento un carattere coerente e continuativo sino a condurlo a ben dieci edizioni consecutive è senza dubbio la più grande vittoria del collettivo organizzatore, che a marzo abbiamo anche avuto il piacere di ospitare – come sempre – ai microfoni di R&D Vibes (riascolta qui). Come sempre perché sin dalla prima edizione la musica reggae è presente ad aprire le danze, nel vero senso della parola: la costante della prima serata musicale, infatti, sono i ritmi in levare e alla consolle i padroni di casa saremo proprio noi di R&D Vibes. Questo e tanti altri aneddoti sono raccontati nel libro memoriale Un Calcio Al Razzismo (edito da BePress Edizioni), che raccoglie testimonianze e contributi da parte di tantissime persone, collettivi e realtà che sono passate attraverso questa bellissima esperienza di sport, musica, lotta politica e divertimento. Tra i tanti, anche il mio, di cui vi fornisco una piccola anteprima di seguito invitandovi ad acquistarlo per sostenere un progetto come la No Racism Cup, tra gli ultimi baluardi di una cultura resistente e alternativa sul territorio salentino. Vi aspetto giovedì 8 agosto 2019 ad Uggiano!

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Portatori Malati di Calcio Sano

Nell’estate del 2008 ero appena diventato station manager di Fusoradio, una delle primissime webradio indipendenti italiane. Grazie al mio amico Marco Petroni (autore nel 2015 del libro St. Pauli siamo noi) in una delle mie trasmissioni avevo recentemente ospitato Steffen, ultras del St. Pauli in visita a Roma che mi aveva raccontato in impeccabile italiano le sue esperienze al seguito dei tornei di calcio antirazzisti organizzati nel Belpaese. Quando ricevemmo la chiamata come Roots Addiction Sound per inaugurare con un nostro dj-set la prima edizione della No Racism Cup salentina accettai con duplice entusiasmo l’idea che stesse nascendo un’iniziativa del genere anche sul nostro territorio e che ne avremmo tagliato il nastro con le vibrazioni positive della musica reggae.
10 No Racism Cup Salento calcio reggae razzismoIl calcio e il reggae, infatti, sono sempre stati uniti da un legame strettissimo che in molti hanno provato a scardinare. Sin dai giorni immediatamente successivi alla morte di Bob Marley, ad esempio, fu messa in giro la voce che il suo tumore, partito dall’unghia dell’alluce di un piede, fosse dovuto a un tiro maldestro a un pallone. Niente di più falso, ovviamente, oltre che di medicamente infondato. In tempi recentissimi, una società di calcio irlandese ha provato a mettere in commercio una maglia dedicata al Re del Reggae, ispirata ai colori della bandiera dell’Etiopia. Operazione di marketing subito stoppata dai detentori dei diritti d’immagine di Robert Nesta Marley, una macchina da soldi che ovviamente non poteva lasciar correre.
Reggae e calcio sono accomunati dallo spirito, dalla passione, dalla capacità di aggregare e di essere in qualche modo maestri di vita. Ma anche, ahimè, nell’esporsi al rischio che la purezza di questi valori venga contaminata, strumentalizzata, resa oggetto di mero business da parte di chi ha come unico obiettivo la speculazione e il profitto. Senza con ciò voler per forza demonizzare chi si guadagna onestamente da vivere con la propria arte o col proprio talento.
10 No Racism Cup Salento calcio reggae razzismoPer me, poi, quel legame si è fatto simbiosi quando ho cominciato a far caso alle straordinarie coincidenze che nella mia vita hanno intrecciato questi due mondi. Mi è stato impossibile non notare che, nello stesso anno in cui la Giamaica otteneva l’indipendenza dalla Gran Bretagna al ritmo indiavolato e festoso dello Ska – il 1968 – un altro ribelle dalla periferia del Regno Unito, il nordirlandese George Best, vinceva il Pallone d’Oro. E che la cosiddetta Golden Age del Reggae Roots, gli anni ’70 di Bob Marley, Jacob Miller o Dennis Brown, è coincisa con l’Età dell’Oro del calcio dei vari Pelè, Cruyff o Rivera, protagonisti che hanno reso questa musica e questo sport popolari e immortali in tutto il pianeta.
Il calcio a colori delle magliette anni ’80 incoronò fuoriclasse come Maradona, Platini o Van Basten, che colpivano la mia immaginazione di bambino per l’incredibile capacità di interpretare il football in una maniera sin lì inedita. Allo stesso modo anche il reggae si stava evolvendo in nuove forme straordinariamente originali, con la nascita ad esempio del Raggamuffin oppure delle prime band di UK Roots, testa di ponte per la diffusione del reggae e la formazione di tanti Sound System in Europa e soprattutto in Italia.
10 No Racism Cup Salento calcio reggae razzismoGli anni ’90, poi, esaltarono la bellezza della Serie A, unanimemente eletta campionato più avvincente del mondo per via della qualità di atleti, allenatori e avanguardia del gioco espresso in quel periodo. In contemporanea si registrò anche il culmine del reggae in Italia, con le Posse, i Sound System e tanti complessi che resero una tradizione popolare proveniente da un’isoletta nell’altra parte del globo una vera e propria tendenza culturale, oltre che musicale. In quel decennio si esibirono in ogni angolo dello Stivale tutti i più grandi esponenti di questa forma d’arte tipicamente giamaicana, così come in Serie A approdavano i giocatori più forti del mondo anche nelle squadre cosiddette “di provincia”.
Negli anni 2000 l’Italia toccò i vertici mondiali: con la vittoria della Nazionale a Germania 2006 da un lato, e dall’altro con la definitiva consacrazione del reggae come musica non più di nicchia, underground, ma come fenomeno di massa: una moda con relativi pro e contro. Infatti, nella seconda decade del nuovo millennio sono emerse tutte le contraddizioni nascoste dietro a entrambi i trionfi….

Continua su Un Calcio Al Razzismo (Edizioni BePress, 2019)

 

Foto Credits: BeFolko
Fonte: Pagina Facebook No Racism Cup