La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale.
Falco una spanna sopra tutti, follia Farias: come “uomo di esperienza” inizia malissimo.

Il Lecce non riesce a sovvertire i pronostici al Giuseppe Meazza di Milano. L’Inter di Antonio Conte ne fa quattro dando il “benvenuto” ai giallorossi: la Serie A è questa.

Avvio choc
inter lecce 4-0 conte pagelleLa nuova Inter di Antonio Conte (il cui aplomb conferma quanto già detto su di lui in passato) a San Siro ha tenuto a battesimo questa sedicesima avventura dei salentini nella massima competizione nazionale senza particolari sussulti rispetto ai pronostici della vigilia. Con tutte le attenuanti del caso (esordio davanti a 65mila spettatori in un tempio del calcio italiano dopo 8 anni di inferno contro un avversario dal tasso tecnico decisamente superiore) i nerazzurri hanno surclassato i giallorossi e su questo c’è poco da discutere. Ciò su cui vale la pena riflettere, però, è se in questa prima partita si siano visti o meno sprazzi di vero Lecce. L’impressione è che, nonostante i complimenti di routine per lo spirito propositivo al cospetto di una big del campionato, la squadra non si sia affatto espressa al massimo delle sue potenzialità, senza con questo voler affermare che in tal caso si sarebbe potuto ottenere un risultato diverso.

Grande divario, piccoli errori
inter lecce 4-0 pagelle lapadula handanovic falcoLa grande differenza tra Serie A e Serie B è nella percentuale di efficacia delle giocate, per cui basta un minimo errore per essere puniti. Il Lecce inizialmente ha un bell’atteggiamento nel giro palla, propositivo e a testa alta, e quasi quasi Falco (il migliore per la stampa: 6,72) e Lapadula (5,78) non giocano uno scherzetto ad Handanovic sullo 0-0. inter lecce 4-0 lautaro rispoli pagelleMa dall’altra parte, basta che Calderoni (5,67) stia un po’ troppo lontano da Candreva per concedergli un cross più preciso di quelli che di solito fa da pressato. E che Rispoli (5,06) salti a vuoto senza vedere Lautaro alle sue spalle, che però di testa da due passi spedisce fuori. È un caso, un campanello d’allarme rimasto inascoltato, perché pochi minuti dopo l’errore si ripete. inter lecce 4-0 gol brozovic pagelleSempre per un eccesso di riverenza, le linee di difensori e centrocampisti si schiacciano nell’area di Gabriel (5,11): senza riuscire ad allontanare la palla, i giocatori dell’Inter hanno tutto il tempo e lo spazio di ragionare, servire il compagno meglio posizionato che si chiama Brozovic e che la mette nel sette incontrastato. Siamo solo al 20°, e tre minuti più tardi la storia è la stessa: squadra intimorita nella sua area con l’Inter entusiasta dopo il gol che inizia giustamente a tirare da fuori, ma dopo l’ennesimo tentativo Sensi non vede più giocatori ma birilli quasi inermi. Li salta, alza la testa, prende la mira, tira e fa gol. Tutto troppo facile, Lecce in clamoroso blackout che rischia addirittura il 3-0 prima con una ripartenza finalizzata fuori da Brozovic e poi su un tiro di Asamoah, anche in questo caso marcato troppo a distanza da Rispoli. Il terzo gol arriva ancora su un tiro dalla distanza di Lautaro che nessuno va a contrastare, Gabriel non trattiene e Lukaku esulta. Quarto gol su errore fotocopia: chi esce sul tiro siderale di Candreva? Tanti piccoli fattori si sono uniti per comporre il 4-0 finale rifilato dall’Inter al Lecce, dal divario tecnico al timore reverenziale, dall’ambiente fantastico all’emozione dell’esordio, tutto ha contribuito alla serata no dei giallorossi, compreso il neo-acquisto Farias (4,11: il peggiore per la stampa): ingaggiato per innalzare il tasso d’esperienza della squadra in Serie A, entra e si fa espellere dopo un quarto d’ora per un fallaccio su Barella, manco fosse l’ultimo dei principianti.

Mai più sparring partner
inter lecce 4-0 pagelle definitiveÈ normale, dunque, che Liverani (5,75, persino lui con voce rotta dall’emozione) affermi a fine gara che da salvare ci sia solo la personalità della squadra. Probabilmente, però, ciò che avrebbe veramente voluto dire è che da questa partita si è imparato che senza la giusta dose di personalità non si può giocare in Serie A. Se la testa è impaurita le gambe sono molli, i contrasti meno decisi, la corsa meno fluida, le giocate meno efficaci. Banalità che però spiegano i quattro gol presi dal Lecce contro un’Inter, in verità, non certo irreprensibile, ancora in rodaggio e con alcuni elementi come Asamoah, Ranocchia o D’Ambrosio o Candreva i cui difetti ampiamente coperti dal risultato non potranno restare nascosti a lungo. Un’Inter che il Lecce ha saputo aggredire ma in maniera troppo compassata e senza la necessaria convinzione: quando i nerazzurri perdono malamente una palla sulla loro trequarti difensiva, i giallorossi anziché proiettarsi in avanti e sfruttare lo svarione trotterellano, consegnando alla fine un cross morbido alla difesa ormai schierata. inter lecce 4-0 pagelle stadio giuseppe meazza san siroUn classico caso di “noblesse oblige”, inconscia cortesia non richiesta anziché cattiveria agonistica mentre invece in serie A chiunque al primo sbaglio ti castiga. Questo è solo un esempio di come il Lecce, nonostante tutto, si sia in pratica consegnato ai nerazzurri senza quasi mai sguainare la spada, quando invece un paio di sortite nel primo tempo potevano far ben sperare. Perchè seppure zeppa di campioni, anche una squadra come l’Inter se rischia qualcosa può far vacillare le sue certezze e palesare i suoi limiti. Al contrario, se perde palla in uscita e da quell’errore non nasce niente di pericoloso, sarà portata a pensare che qualunque cosa faccia la partita girerà per il verso giusto. Viceversa, i salentini non hanno quasi mai mostrato la convinzione di potercela veramente fare quantomeno a dar fastidio agli avversari, recitando il ruolo di sparring partner che era stato scritto per loro dagli infausti sceneggiatori del destino. inter lecce 4-0 pagelle stadio san siro meazzaUn ruolo da “Longobarda” che però non piace a nessuno, che la squadra non merita e che, anzi, le sta strettissimo, visto che se c’è una cosa che non manca a questi ragazzi (e a questo mister) è proprio la grinta e la determinazione. Perchè ok l’umiltà e i piedi per terra, ma forse un eccessivo  atteggiamento da “è già tanto essere qua” ha finito per soverchiare la voglia/necessità di combattere, di crederci, di avere il coltello tra i denti su ogni pallone.
Una Serie A che dunque fornisce al Lecce una prima, durissima lezione da imparare però all’istante per ripresentarsi al Via del Mare col Verona con la giusta cattiveria agonistica, sapendo che si tratta di uno scontro diretto fondamentale, ma con l’obiettivo di maturare quel carattere indispensabile per giocare su campi come il Meazza di Milano senza essere sconfitti in partenza.

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Foto credits: Simone Garrisi, Giuseppe Rizzelli.