La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nel primo trimestre del campionato.
Gabriel, Lapadula e Falco sul podio: ecco l’andamento di tutti i giallorossi dopo 12 gare di campionato.

Dopo 12 partite e 12 pagelle definitive, è giunto il momento di fare un primo bilancio provvisorio sulle prestazioni del Lecce e dei singoli componenti della rosa, allenatore incluso. Sempre in base ai giudizi emessi fin qui dalla stampa, ripercorriamo questo inizio di stagione analizzando, reparto per reparto, il comportamento dei lupi giallorossi, che fin qui hanno totalizzato una media di squadra di 5,96. Poco sotto la sufficienza, dunque, secondo i voti dati ogni domenica dai reporter locali e nazionali, che attendono i salentini alla prova del nove nella seconda parte di girone d’andata.

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Mai comparse, sempre protagonisti
I più attenti avranno notato come l’incipit dell’articolo sulle pagelle del primo trimestre del campionato sia stato praticamente identico a quello dell’anno scorso. Pur con le abnormi differenze che caratterizzano i campionati di Serie B e Serie A, sono tante le similitudini tra la stagione della promozione e questa, a cominciare dal fatto che in entrambe il Lecce ha affrontato nel primo terzo di campionato praticamente tutte le big, uscendo nella maggior parte dei casi a testa alta. Bel gioco, qualche individualità e un pubblico eccezionale sono le altre costanti del Lecce di Liverani, che totalizza una media voto di poco inferiore a quella dell’anno scorso (5,96 contro 6,14): un’inezia, se consideriamo la disparità di valori in campo.

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I “più bravi della classe”
L’anno scorso erano stati Falco, Mancosu e Tabanelli. Questi ultimi due si riconfermano tra i migliori andando sopra la sufficienza (6,13 per entrambi), ma sul podio sono scavalcati dallo stesso Falco (6,21), dal rinato Lapadula (6,24) e dal sorprendente Gabriel: con la media del 6,27 è stato lui il miglior giallorosso tra agosto e novembre. Un dato che premia due nuovi acquisti, dunque, a dispetto della tendenza di mister Liverani ad affidarsi prevalentemente al gruppo che ha ottenuto la promozione dalla B alla A, il che evidenzia ancor più l’importanza dei 10 punti conquistati in classifica fin qui.
Da sottolineare anche le sufficienze di Petriccione (6,09) e Calderoni (6,04) mentre per tutti gli altri la media risulta essere sotto il 6. Statistiche prevedibili e non allarmanti, se si pensa che il Lecce è destinato a un campionato di sofferenza confrontandosi con la crema del calcio italiano e dunque si tratta di insufficienze fisiologiche, non gravi (quasi nessuno sotto il muro del 5,5) e ampiamente riparabili in prospettiva futura.

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Età media alta, presenze in A poche
Il Lecce, dunque, ha pagato inizialmente lo scotto dell’inesperienza in categoria pur avendo una rosa dall’età media abbastanza elevata ed ha avuto bisogno di un rodaggio su tutti gli aspetti, panchina di Liverani (anch’egli a tutti gli effetti un esordiente) inclusa, visti anche i pochissimi gettoni di presenze nella massima serie della maggior parte dei calciatori in organico.
Adesso, però, si candida ad essere protagonista anche in Serie A in barba a chi ai nastri di partenza lo vedeva solo come una comparsa. L’ultima parte del girone d’andata, che vedrà i salentini sfidare la maggior parte delle concorrenti dirette per la salvezza, dirà quali sono effettivamente pregi, difetti e limiti di questa squadra in vista del mercato di riparazione invernale.
Analizziamo, dunque, reparto per reparto e calciatore per calciatore, le singole pagelle definitive di questo primo trimestre del Lecce calcio in Serie A.

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PORTIERI: 6,27
Fin qui nemmeno l’ombra di ballottaggio: Gabriel sta dando garanzie e grazie a lui la media voto dei portieri è maggiore di quella dell’anno scorso.

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GABRIEL: 6,27. È un bidone“, avevano sentenziato i soliti ottimisti dopo che alla prima giornata a San Siro aveva dovuto raccogliere quattro palloni dal fondo del sacco. Quella contro l’Inter, però, resterà la sua peggiore prestazione stagionale fin qui: un crescendo che lo ha portato su ottimi livelli al di là dei risultati della squadra (vedi Atalanta o Juventus) e lo ha reso il miglior giallorosso di questo primo trimestre. Doveva sfruttare la sua chance in A (solo 11 presenze prima di quest’anno) e lo sta facendo benissimo.

VIGORITO: n.g.
 Il protagonista tra i pali della promozione sta facendo i conti con un Gabriel formato europeo e aspetta ancora la sua occasione. Magari già il 4 dicembre in Coppa Italia?
BLEVE: n.g. L’estremo difensore salentino accetta con grande orgoglio e spirito di squadra il ruolo di terzo portiere nella massima categoria.

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DIFENSORI: 5,83
Il reparto più in difficoltà, ma come potrebbe essere altrimenti per una matricola in Serie A? I due centrali ultra trentenni sempre presenti tirano la carretta e nonostante tutto reggono l’urto: ma potranno farlo per un intero campionato?
E sulla fascia destra il rebus è ancora irrisolto.
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CALDERONI: 6,04. Una graditissima sorpresa di questo inizio di stagione. Un calciatore cui certo non fa difetto la resistenza e la determinazione, ma che l’anno scorso in B aveva evidenziato alcuni difetti sul lungo periodo e che prima di questa estate aveva solo una presenza in A alle spalle, nel 2010 a Palermo. Resta uno dei fedelissimi di Liverani, memorabile il gol al 92° a Milano, già iscritto al libro dei ricordi da raccontare ai nipoti.
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LUCIONI: 5,92. Vice capitano e leader carismatico della squadra, nonostante anche lui prima di quest’anno vantasse solo 8 presenze in A col Benevento, a dispetto delle 32 primavere. Come Gabriel e Calderoni, dunque, in pratica poco più che un esordiente ma che sta dimostrando coi fatti, e non solo col carisma, di valere a pieno questa categoria.
ROSSETTINI: 5,88. Forse non si aspettava nemmeno lui di venire a Lecce a fare il titolare fisso. A 34 anni, ma dall’alto degli oltre 500 gettoni in Serie A, Rossettini si candidava ad essere la chioccia perfetta per il pur esperto Lucioni e il giovane centrale di prospettiva che però non è mai arrivato dal mercato. Così, l’ex di Chievo, Genoa, Torino, Bologna e Cagliari si è rimboccato le maniche facendo ampiamente il suo dovere per tutti i 1080 minuti di questa prima parte di stagione. E tutti a Lecce pregano per la sua salute.
DELL’ORCO: 5,78. Centrale sinistro da difesa a tre, è arrivato un po’ come la “pezza a colori” delle ultime ore di mercato del Lecce, sia per colmare il buco dietro Lucioni e Rossettini ma anche come alternativa da terzino sinistro, dopo che Liverani aveva indicato Vera difensivamente non adatto a sostituire Calderoni. Per lui solo uno scampolo da subentrante nel naufragio casalingo col Verona e una discreta prova da terzino nell’infrasettimanale con la Samp. Comunque da rivedere all’opera.
MECCARIELLO: 5,77. Doveva essere la terza o la quarta scelta come centrale di difesa, ma dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori fino a metà ottobre è rientrato – come l’anno scorso – da salvatore della patria adattandosi sulla fascia destra e giocando ben 5 partite di fila, la maggior parte delle quali finite coi crampi. Un ruolo in cui, scricchiolando, Meccariello si adatta anche in Serie A con una generosità impagabile, ma che difficilmente potrà stabilmente ricoprire per l’intera stagione.
RISPOLI: 5,56. Ce lo ricordavamo come una furia impazzita sulla fascia destra del Palermo nell’ultima stagione (anche relativamente recente, 2016/17) dei rosanero in Serie A. Lasciata la Sicilia da capitano con oltre 100 presenze, in Salento lo abbiamo ritrovato diverso, poco disinvolto e quasi dimentico dei mezzi tecnici che gli hanno concesso una carriera su buoni livelli. Proprio in giallorosso esordì in A nel 2010 a 22 anni dopo un ottimo biennio al Brescia, oggi ne ha 31 ma appare smarrito, involuto, abbacchiato e non certo per via dell’età. Eppure, dei suoi 188cm, delle sue sgroppate e delle sue chiusure la difesa del Lecce avrebbe tanto, tanto bisogno. Una grande delusione: può e deve dare di più.
RICCARDI: 5,5. Il Lecce ha puntato tanto su di lui riscattandolo dal Verona nonostante i gravi problemi fisici che lo hanno afflitto. Oggi ha 23 anni ma non ha ancora una stagione da titolare alle spalle, se non in Primavera. Liverani lo butta nella mischia col Sassuolo per aiutare Meccariello con Boga ma non gli va bene. In estate aveva la valigia pronta se fosse arrivato un altro centrale difensivo. È rimasto, ma con quali prospettive? Cominciare una lunga girandola di prestiti fino alla presunta maturità oppure essere il gioiello inatteso che fa ingolosire le big, come Kumbulla a Verona o Cistana a Brescia? La palla passa a Liverani, ma si decida in fretta: a 23 anni bisogna essere già giocatori.
BENZAR: 5,41. Uno dei dilemmi del mercato giallorosso. Arrivato da titolare incontrastato della fascia destra della Steaua Bucarest (squadra stabilmente in Europa League) e della Romania, dopo tre mesi non solo è ancora un oggetto misterioso nel Lecce, ma ha perso anche la sicurezza del posto in nazionale in favore del pur bravo Mogos, Cremonese, Serie B. L’esordio con l’Inter è stato frettoloso, comunque migliore di Rispoli pur nell’insufficienza. Poi la partita da titolare col Verona e il disastro da subentrante col Napoli, prima di finire nel dimenticatoio. Un ingente investimento estivo il cui futuro è tutt’altro che scritto.
VERA: s.v.. Spiccioli di partita in quel di Bergamo giusto per esordire in maglia giallorossa per questo giovane colombiano preso da terzino sinistro ma che Liverani vede invece più offensivo, al massimo da 3-5-2, non abbastanza maturo per le responsabilità della linea di difesa a quattro. Un’ala sinistra, insomma, ruolo che negli schemi del Lecce però non è contemplato.
FIAMOZZI: n.g. Carriera tormentata dagli infortuni e questa stagione non è da meno. Fuori dalla lista dei 25 a causa dei guai fisici, chissà se sarà proprio lui a prendere possesso della famigerata fascia destra difensiva del Lecce.

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CENTROCAMPISTI: 5,95
La vecchia guardia la fa da padrona in attesa degli inserimenti di Shakhov e Imbula. Il solo Tachtsidis ampiamente sotto gli standard, paga un ritmo di gioco al quale deve tornare a fare l’abitudine.
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MANCOSU: 6,13. Capitano coraggioso, rigorista infallibile, si è fatto male durante il ritiro estivo e questo ne ha pregiudicato altamente l’avvio di stagione. Recuperato in extremis per la prima a San Siro, Mancosu ha giocato nettamente fuori forma anche quando è stato decisivo come a Torino o a Ferrara. Considerato che non vedeva la Serie A dal 2008 (giusto 11 presenze col Cagliari) e che ha praticamente fatto la preparazione atletica sul campo la domenica, un enorme plauso va fatto a questo ragazzo che, nonostante tutto, è il miglior centrocampista leccese di questo primo trimestre.
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TABANELLI: 6,13. Stessa media di Mancosu ma con qualche partita in meno per quest’altro reduce della doppia cavalcata dalla C alla A. Una A che anche lui aveva assaporato a Cagliari nella seconda parte della stagione 2013/14 e poi a Cesena (10 gettoni in tutto) e che si è ripreso nonostante la solita fragile muscolatura che ogni tanto gli tira qualche scherzetto. Eppure Tabanelli c’è, anche nella massima categoria, dove mette fisico, piede e anche tanta testa, sia nel senso di elevazione sia in quello di intelligenza tattica: con lui in campo, infatti, il centrocampo del Lecce risulta molto più equilibrato.
PETRICCIONE: 6,09. Dopo il debutto a San Siro Liverani lo siede per due partite tra lo stupore generale. Rientra nel secondo tempo col Napoli, dove riaccende il Lecce e fa capire che lo scotto con la Serie A è superato. Da lì in poi, Atalanta a parte, solo ampie sufficienze per il Modric del Salento, che sta dimostrando sul campo ciò che già si era capito l’anno scorso, ovvero di essere un giocatore sopra la media anche in questa categoria. Sicuramente uno dei pezzi più pregiati che il Lecce sta mettendo in vetrina in vista dell’estate.
MAJER: 5,91. Anche dello sloveno si diceva che in Serie A ci sarebbe stato benissimo e, nonostante gli scetticismi, pure lui è stata una nota lieta di questo inizio di stagione. Il ritardo di condizione di Imbula lo tiene praticamente sempre in campo a dispetto di qualche acciacco e delle continue convocazioni in Nazionale. Majer tiene botta e corre per tutti, impegnando spesso anche i portieri avversari.
SHAKHOV: 5,77. È stato uno degli acquisti più roboanti dell’estate salentina, arrivato per “elevare il tasso tecnico della squadra“, a detta dello stesso Meluso. Shakhov può vantare, oltre che numerose presenze nella nazionale ucraina, anche molti minuti in Champions ed Europa League e sicuramente dopo lo scudetto vinto in Grecia col Paok in pochi pensavano potesse scegliere Lecce. Finora, però, in giallorosso si sono visti solo sprazzi della sua classe: i dribbling con tanto di rigore negato col Verona, l’assist vincente contro la Samp e poi tanto, tanto fumo. Anche lui, come Benzar e Imbula, chiamato a trasformarlo in arrosto nel più breve tempo possibile.
TACHTSIDIS: 5,68. Non dite che non vi era stato detto, verrebbe da scrivere riguardo al greco Panagiotis. L’anno scorso era arrivato a gennaio con l’etichetta di “rinforzo di Serie A”, viste anche le 6 stagioni disputate nella massima serie con sei diverse casacche, per un totale di ben 128 presenze. E infatti ha spostato gli equilibri di un campionato che il Lecce alla fine ha meritato di vincere. Ma quello che era altrettanto noto di Tachtsidis era che le sue caratteristiche fisiche e tecniche, che lo rendono un fuoriclasse in Serie B, sono assolutamente valide anche in A ma con dei ritmi e un’atleticità smodatamente superiori che spesso e volentieri lo mandano in affanno in quello che in teoria è il suo punto forte, ovvero la gestione e lo smistamento della palla. Un difetto che abbiamo ampiamente analizzato nel corso di queste 12 giornate ipotizzando per lui anche un nuovo inizio di carriera da difensore centrale e che finisce sovente con l’innervosirlo, facendo venire fuori il carattere carismatico ma fumantino che è in lui.
IMBULA: 5,62. In Spal-Lecce era subentrato a Majer con gran piglio, ma senza impressionare troppo per forma fisica. Un ritardo di condizione confermatosi poi nella gara successiva con la Roma e in quella con l’Atalanta, l’unica da titolare disputata. Eppure Giannelli Imbula è un altro di quei giocatori, con Benzar e Shakhov, che sembrerebbero non avere nulla a che fare con le dimensioni del Lecce vista la sua carriera, ma che è approdato in giallorosso dopo un paio di stagioni sfortunate dal punto di vista dei risultati in Francia e Spagna. Anche lui va aspettato ancora con un po’ di pazienza, sperando sia l’anno giusto per invertire la rotta.
GALLO: n.g. Arrivato insieme a Lo Faso dal Palermo, ha assaporato l’ebbrezza di una panchina di Serie A allenandosi con compagni più blasonati. Ma queste cose dovrebbero accadere ai 16-17enni: a 19 anni si è già calciatori e bisogna giocare. Se si è forti.
TSONEV: n.g. Personalissimo cruccio di chi scrive, visto che al suo arrivo a Lecce nel 2016 sembrava potersi ritagliare un futuro roseo in giallorosso. Attualmente non sembra essere così e, a 24 anni, si allena, gioca e segna da gran professionista con la Primavera, essendo fuori dalla lista dei 25, in attesa di sviluppi di mercato.

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ATTACCANTI: 6,01
Altro reparto in attivo dopo i portieri, grazie agli exploit di Lapadula e Falco. Babacar, La Mantia e Farias sotto la sufficienza, ma tutti hanno dimostrato di avere i numeri per poter calcare i campi della Serie A. A Liverani l’arduo compito della rotazione.
Lecce calcio pagelle primo trimestre serie A attaccantiClicca per ingrandire le pagelle degli attaccanti.

LAPADULA: 6,24. A Lecce per “riciclarsi” dopo le annate flop al Milan e al Genoa, non tutti avevano mostrato entusiasmo dopo il suo arrivo, nemmeno dopo gli squilli estivi in coppa. Le prime prestazioni, d’altronde, sono state abbastanza deludenti: tra i meno peggio a San Siro con l’Inter, peggiore in campo e sostituito a Torino. Seguono tre turni di stop per i soliti acciacchi, fino al rientro sempre a San Siro ma col Milan, in cui dalla panchina si intravede il diavolo che porta in corpo. Se ne accorgeranno Samp, Sassuolo e Lazio così come tutti i tifosi giallorossi ed ora, dopo Gabriel, è lui il migliore di questo primo trimestre.
Sampdoria-Lecce 1-1 serie A 2019:20 pagelle definitive penna verde lapadula
FALCO: 6,21. Un po’ come per Gabriel e altri suoi compagni, anche per il ventisettenne Falco questa potrebbe essere l’ultima chiamata dal calcio che conta: bucarla sarebbe un delitto. Lui se lo mette in testa sin dall’inizio (e forse anche prima) e mostra all’Italia intera che col pallone sul sinistro può fare quello che vuole, saltando avversari come birilli (tra i migliori dribblatori del campionato) e segnando una perla su punizione contro il Sassuolo. Ancora troppo poco per Roberto Mancini, ma siamo ancora al primo trimestre.
BABACAR: 5,88. Il crack dell’ultimo giorno di mercato, dopo una telenovela tiratissima che lo aveva visto sempre all’ombra del turco Yilmaz. Una presentazione pomposa in stile rapper, una vistosa Lamborghini tra le vie del Barocco e un portamento abbastanza eccentrico lo avvicinano pericolosamente a quello “stile balotelliano” che non andrebbe propriamente imitato se si ha intenzione di dare una scossa alla propria carriera. Ed è proprio quello che dovrebbe cercare di fare il 26enne Babacar in Salento, visto che nonostante le 141 presenze e 36 reti in Serie A è ancora un personaggio in cerca d’autore. Una voglia matta di segnare per “rientrare nel giro” (anche della Nazionale senegalese) che fin qui gli ha fatto mettere i propri obiettivi personali davanti a quelli della squadra, come dimostrano i rigori sfilati a Mancosu e poi sbagliati anche per la troppa pressione. Se saprà scrollarsi di dosso questo peso mettendosi a disposizione del mister e della squadra, è uno che ha nei piedi almeno una dozzina di gol per la salvezza del Lecce.
LA MANTIA: 5,75. Tanta gavetta nelle serie minori, poi finalmente l’esordio in A a 28 anni e il primo gol all’Olimpico, lo stadio di casa per un romano. Sembra una favola quella di La Mantia invece è la realtà che sta vivendo in giallorosso. Di certo non sarà una stagione in prima linea per il bomber della promozione, ma se saprà accettare il ruolo di punta di scorta potrà togliersi tante altre soddisfazioni ed essere contemporaneamente utile alla squadra.
FARIAS: 5,72. 29 anni e 120 presenze in Serie A, Farias rappresentava l’uomo di esperienza e qualità da inserire nel reparto offensivo giallorosso. Detto fatto, dopo un quarto d’ora dal suo ingresso alla prima di campionato si fa espellere per un fallo inutile a centrocampo. Roba da mangiarsi anche i gomiti. Dopo la squalifica Liverani lo ributta subito nella mischia e lui fa il suo, specialmente con Torino e Milan, al netto dei problemi fisici che ne hanno costellato la carriera.
DUBICKAS: n.g. Liverani ha molta considerazione di questo 21enne lituano, messosi anche in luce nella sua Nazionale di categoria. Lo spazio in Serie A per lui però non c’è: urge trovargli un prestito nell’immediato per canalizzare tutti i gol che potenzialmente ha in canna.
LO FASO: n.g. I più attenti se lo ricorderanno nella parte finale della Serie A 2016/17 a Palermo, dove collezionò 10 presenze incantando con la sua tecnica sopraffina, tanto da meritarsi l’attenzione della Fiorentina dopo la retrocessione dei rosanero in B. La sua avventura viola, però, è segnata dalla rottura del perone, a causa della quale disputerà solo 4 partite negli ultimi 2 anni. Attenzione, però, perché qui si parla di talento puro nel giro delle Nazionali giovanili già dall’U17: classe ’98, per il Lecce si tratta di un investimento. Chissà se a breve, medio o lungo termine.

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ALLENATORE: 6,14
Lecce calcio pagelle primo trimestre serie A allenatore liverani
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LIVERANI: 6,14. Sta stupendo anche in A per carattere e idee di gioco, facendo dimenticare a tutti che, con le sue sole 6 panchine nel 2013 col Genoa, anche lui è di fatto un esordiente nel pieno della sua gavetta da allenatore. Come tale, qualche errore gli va concesso e merita tutto il supporto di un ambiente che, dal suo arrivo, si è letteralmente ringalluzzito. Liverani ha saputo ripetere il miracolo che fu di Ventura col doppio salto e il suo Lecce sbarazzino e sempre propositivo ricorda quelli di Rossi e Zeman. Paragoni importanti, per un tecnico che sta dimostrando di saper reggere bene anche la pressione mediatica. Big come Lazio e Fiorentina lo hanno già nei propri radar: riuscisse a salvare il Lecce, sarebbe difficile trattenerlo, se non con un progetto davvero entusiasmante.

Lecce calcio pagelle primo trimestre serie A Liverani

Le pagelle definitive del Lecce: stagione 2019/20

Inter-Lecce 4-0
Lecce-Verona 0-1
Torino-Lecce 1-2
Lecce-Napoli 1-4
Spal-Lecce 1-3
Lecce-Roma 0-1
Atalanta-Lecce 1-3
Milan-Lecce 2-2
Lecce-Juventus 1-1
Sampdoria-Lecce 1-1
Lecce-Sassuolo 2-2
Lazio-Lecce 4-2