Com’è possibile che Will, Max, Dom, Tom e tanti altri ragazzi nati in Inghilterra siano tifosi sfegatati del Lecce? “Colpa di FIFA: da Chevanton a Mancosu, da 17 anni siamo pazzi di questi colori“.
“Ci stanno due tipi inglesi al nostro b&b che sono scesi appositamente per vedere Lecce-Spal…“. Da questo messaggio whatsapp simile all’incipit di una barzelletta dei miei amici Marco e Francesca ha inizio questa storia. Il protagonista si chiama Will Jasper, ha 29 anni e fa l’agente immobiliare nella zona est di Londra. Supporter dell’Arsenal, insieme a suo padre è abbonato all’Emirates Stadium dove può ammirare ogni 15 giorni le gesta dei vari Aubameyang, Ozil, Ceballos o Lacazette. Che ci faceva, dunque, sugli spalti del Via del Mare a incitare Mancosu, Falco e Calderoni?
La semplicità della risposta nasconde le mille e incontrollabili sfumature che rendono il calcio non solo lo sport più seguito al mondo, bensì un fenomeno sociale complesso, che unisce una moltitudine di collettività diverse pur mantenendo una totale soggettività di approccio. Will infatti tiene per l’Arsenal ma è anche un tifoso, decisamente sfegatato, del Lecce. E non è il solo a Londra: c’è il cugino Tom, tifoso del Watford; ma anche Max, abbonato dei rivali del Tottenham; Dom, Andrew e tantissimi altri che seguono per tutta la settimana le vicende dei giallorossi, tanto da fondare un account Instagram da oltre 4mila follower: Official UK Lecce, “The Biggest Fan Club of U.S. Lecce In The UK“.
Ma come si diventa tifosi del Lecce a Londra? La storia è bizzarra e ce la siamo fatta raccontare direttamente da Will: un colpo di fulmine, una folgorazione sulla via di Damasco, che nel tempo diventa un tratto peculiare della propria quotidianità, che distingue dalla massa e si esibisce con orgoglio, al lavoro come in palestra. A ben pensarci, però, niente di troppo distante dal nostro vicino di casa che viene allo stadio ma tifa anche Inter, o dal cuginetto che esulta ai gol di Mancosu ma poi rimane estasiato di fronte alle giocate di Cristiano Ronaldo e in classe con gli amichetti si professa juventino. Certo, più facile tifare per una squadra famosa che vince che per un club sconosciuto sul tacco d’Italia, per cui tanto di cappello a Will e i suoi amici. 
Il concetto però non cambia: la soggettività delle passioni che muovono il calcio (così come ad esempio l’amore o la fede) non è mai in discussione e, di conseguenza, non dovrebbe essere oggetto di giudizio bensì sempre rispettata.
A Will e ai suoi amici, infatti, nulla importa di essere considerati “doppiofedisti” o “rinnegati” quando a spingerli c’è un sentimento irrefrenabile che li ha portati dal tripudio per i gol di Chevanton e Bojinov al Via del Mare per Lecce-Spal, passando anche per gli anni bui della Serie C senza mai abbandonare i colori giallorossi. Una storia d’amore incredibile che mi sono fatto raccontare da Will in persona.
Quando e come ha avuto inizio questa passione per il Lecce?
Io e mio cugino Tom avevamo 13 anni quando abbiamo cominciato a giocare a FIFA con il Lecce. Litigavamo per decidere quale squadra usare perché lui tifa per il Watford e io per l’Arsenal, quindi abbiamo cercato una squadra con una bella maglietta che non avessimo mai sentito nominare prima. Scorrendo siamo capitati con la magnifica divisa giallorossa del Lecce e da allora l’abbiamo sempre seguita e molti amici sono diventati tifosi del Lecce insieme a noi.
Quando io e Tom abbiamo cominciato a seguire il Lecce era più o meno il 2003 e ci siamo innamorati di giocatori come Giacomazzi, Munari, Chevanton, Stovini, Bojinov, Cuadrado! Nessuno nell’East London aveva mai sentito nominare questa squadra e ci sembrò piuttosto fico supportare una squadra diversa dalle solite. Piano piano cominciai a guardare tante partite del Lecce quante ne guardavo dell’Arsenal: dover ogni volta lottare per andare in Serie A o mantenerla era elettrizzante e anche quando ci hanno relegato in Serie C nel 2012 abbiamo continuato a seguire le sorti della squadra durante quegli anni duri.
Cosa diceva la gente attorno a voi? Vi scambiava per matti o mostrava interesse?
Il calcio italiano è molto seguito a Londra ma parecchia gente si meravigliava di come potessimo tenere per un piccolo club del Sud Italia. Molti appassionati hanno la Juventus o il Milan come squadra simpatia, perché sono giganti del vostro calcio e storicamente hanno avuto campioni e vinto trofei, ma nessuno ci ha mai discriminato per aver scelto il Lecce. Anzi, tutti coloro con cui abbiamo parlato poi sono diventati tifosi giallorossi: i migliori esempi sono Max (che ha fondato la pagina Instagram OfficialUkLecce) e il mio amico Dom, che mi ha accompagnato a Milano per la nostra prima gara del Lecce dal vivo.
Com’è stato vedere per la prima volta il Lecce a San Siro, uno dei templi del calcio italiano, contro una società storica e blasonata come il Milan?
Troppo bello. San Siro è tra gli stadi più famosi del mondo e innanzitutto ci ha fatto piacere visitarlo prima che lo buttino giù. Ma la cosa più importante è stato vedere la squadra che abbiamo seguito per anni finalmente dal vivo. Nel settore ospiti un sacco di gente ci ha chiesto: “Venite da Londra? E tifate per il Lecce e non per il Milan?“. Così abbiamo raccontato la nostra storia d’amore col Lecce sin da quando eravamo ragazzi e tutti si sono appassionati e ci hanno fatto subito sentire parte della famiglia giallorossa.
E il 2-2 di Calderoni a tempo scaduto?
Me lo sentivo che non poteva finire 2-1 per loro, anche se in svantaggio li stavamo mettendo sotto pressione e si percepiva che il gol era nell’aria. Quando Calderoni ha segnato sono impazziti tutti ed è stato un momento che io e mio cugino ricorderemo per sempre: in quell’attimo, sommersi dagli abbracci, non eravamo più gli inglesi fuori posto che non capivano niente di italiano, ma parte di un’unica moltitudine giallorossa festante.
So che a Londra adesso c’è una sorta di Lecce Club fondato da italiani: ma c’è qualcosa di simile organizzato da fan inglesi dove per esempio potete guardare le partite insieme?
La Pizzica Restaurant a Fulham è il “Lecce London Club” e noi siamo stati felici di essere stati invitati all’inaugurazione l’anno scorso, riuscendo a trascorrere bei momenti insieme a Filippo Falco. Lì si possono vedere tutte le partite del Lecce e si trovano alcune delle persone più simpatiche che abbiamo mai conosciuto. Chiaramente noi non parliamo italiano (sebbene stia provando a impararlo) e loro sono stati molto gentili con noi supporter inglesi del Lecce, facendoci sentire subito i benvenuti. Proviamo ad andare lì tutte le volte che possiamo ma comunque si trova dall’altra parte di Londra rispetto a noi e non è sempre così semplice arrivarci.
Nel febbraio scorso, poi, avete viaggiato fino a Lecce per guardare Lecce-Spal per la prima volta dai gradoni del Via del Mare…
Un sogno che si è avverato. Sfortunatamente Max e mio cugino Tom non sono potuti venire a causa di impegni di lavoro. Così io e Dom abbiamo trascorso tre giorni a Lecce con una memorabile esperienza al Via del Mare. Scendere dall’autobus e vedere lo stadio è stato realizzare un sogno: l’impianto che per circa 15 anni avevamo visto in tv, su FIFA, Football Manager ed altri videogiochi di calcio su Playstation e XBox adesso era di fronte ai nostri occhi!
È stato come ve lo aspettavate?
È stato incredibile vedere quanto fossero accoglienti e amichevoli i leccesi, molti di loro ci hanno parlato in inglese aiutandoci a trovare il giusto ingresso e la strada per i nostri posti. Inizialmente temevamo che la gente ci guardasse male, come “non appartenenti”, invece sembravano felici di vederci, ci hanno fatto le foto ed esultato con noi ai gol di Mancosu e Majer. Vedere il Lecce a San Siro è stato fantastico, ma farlo avendo accanto la Curva Nord e i suoi tifosi è stata un’emozione che non dimenticheremo mai.
Che ne pensi della stagione del Lecce: ce la farà a salvarsi?
All’inizio noi speravamo che il Lecce fosse almeno competitivo in questa stagione, che non perdesse ogni domenica insomma. Abbiamo ottenuto due promozioni di fila in maniera fantastica quindi l’aspettativa in Serie A non poteva essere troppo alta. Invece la squadra sta facendo più che bene e siamo molto orgogliosi di questo: giochiamo un calcio spettacolare e penso che molti addetti ai lavori siano rimasti sorpresi da quanto fatto finora. È chiaro che contro le grandi spesso c’è poco da fare ma abbiamo dimostrato che possiamo sempre dire la nostra. Certo non sarà facile, se uno volesse partite semplici ogni settimana farebbe meglio a rimanere in Serie B o ancora più giù, come il Bari: a noi piacerebbe vedere il Lecce lottare sempre per restare in Serie A piuttosto che primeggiare in Serie C! Ci sono ancora tante partite che possiamo vincere prima della fine del campionato, dobbiamo continuare a fare tanti gol e tenere un po’ più duro in difesa, ma ci salveremo!
Avete notato qualche differenza tra una partita di calcio da voi in Inghilterra e una a Lecce?
L’esperienza in uno stadio italiano è completamente differente da quella in uno stadio inglese. Ho visto solo due partite in uno stadio italiano ma in entrambi i casi mi hanno fatto apparire gli spalti inglesi silenziosi come una biblioteca. I tifosi inglesi solitamente cantano solo quando si segna, invece i tifosi del Lecce cantano incessantemente! L’atmosfera prima della partita contro la Spal era più forte di quella che avessi mai potuto sentire all’Emirates Stadium, anche quando l’Arsenal segna. Per noi è stata una cosa surreale e ci ha fatto amare ancora di più il calcio italiano e il Lecce.
Nel mondo del calcio molti sostengono che si debba tifare per forza la squadra della propria città di nascita. Cosa ne pensi di questa teoria tu che in Italia saresti considerato “rinnegato” o “doppiofedista”?
Sono di Londra e tifo Arsenal, quindi so benissimo di cosa parli. È così dappertutto e anche da noi a Londra quando ad esempio si incontra qualche tifoso del Manchester United molti gli dicono “non dovresti tifare una squadra di Manchester“, ma magari loro tifano Manchester sin da piccoli, forse perché era la squadra migliore nel periodo in cui stavano crescendo e appassionandosi al calcio. Personalmente credo che ognuno dovrebbe tifare la propria squadra locale in quanto rappresentante della propria città o area di appartenenza.
Nel calcio, però, ci sono cose che non puoi controllare e la mia esperienza lo insegna. Il Lecce è entrato nelle nostre vite casualmente, chi avrebbe mai pensato che la scelta di una squadra a un videogioco avrebbe dato inizio a un amore lungo tutta una vita? Seguendo il Lecce abbiamo imparato molte cose sull’Italia e il calcio italiano che prima non conoscevamo, come le rivalità tra club, le relazioni complicate tra Nord e Sud Italia e abbiamo compreso ad esempio i motivi per cui a Lecce un personaggio come Antonio Conte non è amato!
Chi segue il calcio occasionalmente, con meno profondità di sentimento, probabilmente sarà più propenso a tenere per le squadre migliori. Così accade che molti tifosi inglesi conoscano solo le grandi squadre italiane, quelle che fanno la Champions League. Invece il Lecce ha un sacco di tifosi qui e probabilmente nemmeno la società ha idea di quanto attaccamento ci sia: magari non saremo nati in Salento ma ci sgoliamo e piangiamo per il Lecce esattamente come voi che vivete lì.
Che programmi avete per il futuro? Pensate di tornare a Lecce in questa stagione?
Dom e io ci siamo innamorati della città e della sua gente e vogliamo per forza tornarci: parliamo sempre con gli altri ragazzi su come fare per venire ad un’altra partita, dato che in quelle che abbiamo visto abbiamo fatto risultato, possiamo portare di nuovo fortuna. Poi se ci salviamo magari ci saranno grandi festeggiamenti che non possiamo perdere! Ad ogni modo, salvezza o meno, noi torneremo: abbiamo stretto amicizie a Lecce e indipendentemente dalla categoria sappiamo già che non riusciremo a resistere alla tentazione di tornare.
Foto credits: Will Jasper, Official UK Lecce
