La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale.
Falco versione supereroe non basta. Mancosu dà l’anima, Petriccione cambia la partita.
Dell’Orco e Tachtsidis anelli deboli, Paz delude.
Ennesima partita psicopatica del Lecce (5,85) che a Bologna prende due gol nei primi 5 minuti, poi rimonta, la vuole vincere ma alla fine la perde da gonzo.
Non ci si annoia mai
Mettiamola subito sul ridere: a seguire il Lecce non ci si annoia mai. Perfino nella raccapricciante atmosfera post-Covid i giallorossi riescono a regalare in poco più di 90 minuti un turbinio di emozioni purissime che vanno dall’incredulità alla rabbia, dalla frustrazione al rancore, dall’entusiasmo allo sconforto. La prima delle tre partite decisive per la volata salvezza non si può definire altrimenti che psicopatica, in cui il Lecce ha fatto vedere di cosa è capace – nel bene e nel male – anche se alla fine la sensazione è che abbiano ragione i due tecnici.
Mihajlovic, dicendo che il Bologna ha fatto tutto da solo. Perché la sceneggiatura è quella del film già visto, con il Lecce al cospetto di squadre talmente superiori per qualità e quantità che anche quando le sue belle trame riescono a metterle in difficoltà, basta che uno degli effettivi decida di trovare lo spunto o la giocata per vanificare gli sforzi dei salentini. Così il Bologna prima fa il Real Madrid, poi si siede e fa rientrare in partita il Lecce, lo ammira e lo fa sfogare fino a rischiare il controsorpasso e alla fine va per porgergli la mano con nel palmo la lametta del colpo di grazia.
Troppe volte quest’anno il Lecce è apparso volenteroso ma debole, nella testa e più spesso nelle gambe. Perchè le rimonte ci sono state (persino nella goleada contro l’Atalanta si era passati dallo 0-2 al 2-2) e non sono state poche, segno che di convinzioni la squadra ne ha sempre avute. E qui arriva la ragione di Liverani (5,8), che nelle ultime due gare aveva usato solo due cambi e che non ha certo a disposizione la panchina del Bologna, per tanti motivi (infortuni, mercato, la sua stessa gestione della rosa) che magari analizzeremo alla fine di questo campionato che, purtroppo, è sempre più vicina.
Non si può partire dal 6° minuto
Come si fa a prendere due gol nei primi cinque minuti in una partita decisiva? Semmai esistesse risposta a questa domanda, non andrebbe ricercata certo al Dall’Ara ma nelle innumerevoli occasioni passate in cui il Lecce ha approcciato male al match regalando palle gol quando non gol stessi al pronti via. Non un problema di Bologna-Lecce, dunque, ma di patrimonio genetico di una squadra che in questa stagione non c’è stato verso di correggere.
La facilità con cui al primo giro di lancette la linea mediana del Lecce si apre lasciando scoperta la peggiore difesa d’Europa meriterebbe il lancio immediato del televisore dalla finestra. Il tempo che Dell’Orco (4,95: peggiore in campo per la stampa) ci mette a tornare sul proprio uomo – Skov Olsen (non Mbappè) – fa sorgere spontaneo un quesito: ma in quale parte di campo si era cacciato al primo minuto di gioco?
Il resto del gol è da guardare con le mani sugli occhi. Nove giocatori del Lecce in area non riescono a fermarne due: Mancosu e soprattutto Paz (5,25) zompettano sulla protezione palla e colpo di tacco di Barrow, mentre Lucioni (5,4) marca Palacio con la speranza che siano gli altri a risolvere la patata bollente al posto suo.
Sarà il caldo, sarà che il Lecce fa sempre così e poi la raddrizza. Ma non passano nemmeno quattro minuti che Barrow si porta a spasso sulla fascia sinistra Donati (5,75), Paz e Lucioni; Dell’Orco stavolta c’è dall’altra parte a coprire Skov Olsen ma in mezzo irrompono Palacio e Soriano senza che il centrocampo del Lecce sia pervenuto. I due centrali difensivi indietreggiano, Tachtsidis e Barak passeggiano mentre l’ex Villareal scaglia il tiro che Gabriel non può prendere.
Mai arrendersi, mai pentirsi
Di fronte a uno spettacolo del genere è ovvio che ritorni quel pensiero di inadeguatezza rispetto alla categoria che tante volte ha accompagnato questa squadra. Filippo Falco però ha 29 anni e le 37 presenze in Serie A se l’è guadagnate con la gavetta: non ci sta e il suo sinistro a giro svernicia il palo alla destra di Skorupski.
Dall’altra parte invece c’è un ragazzo africano che di anni non ne ha nemmeno 21 ma di presenze in A già 56, più di Lucioni che ne ha 41 in 33 primavere. E che infatti Barrow salta come un birillo a centrocampo concludendo la sua falcata con un bolide che si stampa sul palo. In questi pochi numeri – già ampiamente sottolineati nel corso della stagione – c’è tutta la differenza di potenziale tra Bologna e Lecce.
Ciononostante i giallorossi hanno anima e stimoli e quando i felsinei pensano di essere andati al riposo in vantaggio di due reti si rimettono in carreggiata con il solito, immortale Mancosu (6,32) bravo a sfruttare una dormita collettiva della difesa di casa.
Così il Lecce rientra in campo più vivo che mai e a salire in cattedra è sempre Falco (7,25: migliore in campo per la stampa): insolitamente di destro scaglia una saetta che Skorupski devia sul palo e che successivamente Lapadula (5,85), spalle alla porta, non riesce né a girare in rete né a toccare per servire Barak (6,05) tutto solo.
Allora Mihajlovic sfoggia Krejci, Poli e Orsolini dalla panchina: tre giocatori che in Salento avrebbero giocato da titolari inamovibili. Liverani però risponde con Rispoli al posto dell’esausto Donati, Petriccione per un Tachtsidis (5,1) tristemente tornato sui suoi livelli di quest’annata e Majer in vece di un più che mai spento Saponara (5,45). Benzina fresca e ulteriori motivazioni per un Lecce che ci crede.
Al contrario di Tachtsidis, Rispoli (6,2) conferma il suo stato di grazia e ara la fascia destra come mai aveva fatto quest’anno, concedendo a Falco di prendere palla relativamente fresco sulla trequarti (anziché a centrocampo come al solito) facendo la differenza: il suo sinistro stavolta non perdona e il Lecce rientra clamorosamente in partita.
Il Bologna boccheggia e non sembra particolarmente intenzionato a far sua la partita. Petriccione (6,3) invece fa il gigante in entrambe le fasi e con Majer (5,94) a coprirgli le spalle riesce ad alzare il baricentro del Lecce, che ora staziona costantemente nella metà campo avversaria. Il gol aleggia nell’aria. Proprio Petriccione alimenta un’azione offensiva per Barak che serve un rasoterra in area: sempre Falco sbilancia con un movimento Medel e raccoglie l’invito con un tiro preciso che sta per insaccarsi di giustezza nell’angolino basso alla sinistra di Skorupski. Se solo non ci fosse stato Krejci a fare l’unica cosa buona della sua partita, salvando sulla linea mentre il talento di Pulsano stava già per esultare insieme al Salento intero.
L’inevitabile beffa finale
Ma il Lecce non molla e si riversa in attacco praticamente con tutti gli effettivi, mentre Meccariello (5,8) dà respiro all’ex Paz e nel Bologna entrano altri due “scarsetti” come Santander e Sansone. La lucidità viene a mancare e i giallorossi peccano nella rifinitura dell’ultimo passaggio, senza riuscire ad essere pericolosi. Sull’ultimo cross della speranza di Dell’Orco, Mancosu viene toccato in area da Denswill.
Il fallo sembra essere veniale, l’arbitro Calvarese lascia proseguire e, mentre i leccesi protestano con le braccia al cielo, la palla continua a girare proseguendo alta proprio dalle parti di Dell’Orco. Il difensore prima rinuncia totalmente a disturbare di testa Krejci, poi va leggerissimo in contrasto su Barrow, che lo aggira e lancia profondo Santander nella prateria sconfinata e indifesa della metà campo del Lecce. È il 93° e l’unico ad avere ancora energie per rincorrere i bolognesi è Majer.
Gabriel (6,2) si supera sul tentativo del Ropero Santander, ma sulla respinta Orsolini è solissimo e indisturbato. I secondi passano eterni e dall’inquadratura non sbucano altre maglie bianche oltre a quella dello sloveno. Sbuca invece il migliore in campo Barrow che proprio non può sbagliare a porta vuota.
Per il Lecce è una resa incondizionata, senza prigionieri e con la frustrazione di aver fatto ancora una volta tutto il possibile per raddrizzare una stagione infame. A nulla è servita, dunque, la sconfitta del Genoa con l’Inter ed ora, a due giornate dalla fine, aggrapparsi al pallottoliere sa più di ingenuo ottimismo che di reale possibilità.
Per i verdetti, così come per le valutazioni, ci sarà comunque tempo e modo. Adesso invece, l’unica cosa da fare sarebbe soffrire in silenzio e spremere le ultime gocce di sudore mercoledì contro l’Udinese già salva.
Le pagelle definitive: le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.
Le pagelle definitive del Lecce: stagione 2019/20
Pagelle del Primo Trimestre 2019/20
Pagelle del Secondo Quadrimestre 2019/20
Inter-Lecce 4-0
Lecce-Verona 0-1
Torino-Lecce 1-2
Lecce-Napoli 1-4
Spal-Lecce 1-3
Lecce-Roma 0-1
Atalanta-Lecce 3-1
Milan-Lecce 2-2
Lecce-Juventus 1-1
Sampdoria-Lecce 1-1
Lecce-Sassuolo 2-2
Lazio-Lecce 4-2
Lecce-Cagliari 2-2
Fiorentina-Lecce 0-1
Lecce-Genoa 2-2
Brescia-Lecce 3-0
Lecce-Bologna 2-3
Lecce-Udinese 0-1
Parma-Lecce 2-0
Lecce-Inter 1-1
Verona-Lecce 3-0
Lecce-Torino 4-0
Napoli-Lecce 2-3
Lecce-Spal 2-1
Roma-Lecce 4-0
Lecce-Atalanta 2-7
Lecce-Milan 1-4
Juventus-Lecce 4-0
Lecce-Sampdoria 1-2
Sassuolo-Lecce 4-2
Lecce-Lazio 2-1
Cagliari-Lecce 0-0
Lecce-Fiorentina 1-3
Genoa-Lecce 2-1
Lecce-Brescia 3-1