Sassuolo-Lecce 0-3: Dorgu Gotti 7,7 Sansone 6,08. Pagelle Definitive

Sassuolo-Lecce 0-3: Dorgu Gotti 7,7 Sansone 6,08. Pagelle Definitive

Sassuolo Lecce 0-3 Dorgu Gotti Gendrey Piccoli SerieA pagelle definitive tifosi

La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale, con le considerazioni della Penna Verde.

4000 tifosi giallorossi sugli spalti, almeno altri 1000 sparsi negli altri settori (ricordiamocene quando al Via del Mare verrà la prossima big): alle 12.30 di domenica il pranzo è servito e nel piatto del Lecce (6,86) ci finisce il Sassuolo.

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con gli highlights di Sassuolo-Lecce 0-3

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 6,25. Quasi a volerci fare dispetto rispetto alle considerazioni della scorsa settimana, questo weekend pare un po’ sonnacchioso quando battezza fuori due conclusioni pericolose di Pinamonti, appannato quando lascia di nuovo troppo spesso il semaforo verde dentro la sua area piccola. Lodato e imbrodato.

GENDREY 7,5. Saltare in testa a un gigante come Thorstvedt non è propriamente nell’ordinario e non è neppure l’unica cosa fuori dalla norma nella prestazione del francese, che sgroppa su tutta la fascia tanto da terzino quanto da ala e sempre con la medesima efficacia e contro un avversario complicato come Laurienté, finché non esce stremato. Andando un po’ fuori dal coro delle lodi esacerbate, restano ancora almeno altre cinque partite per capire quale sia la versione reale di questo giocatore tra le over-performance come quella di sabato e altre under-performance viste nel corso della stagione.

(VENUTI n.g.). Batte giusto un paio di rimesse laterali.

BASCHIROTTO 6,9. Evidentemente quella con l’Empoli non era una casualità: dopo un intero campionato sul centrosinistra, Gotti lo rimette al centrodestra e lui ritrova, minuto dopo minuto, la confidenza che l’anno scorso sembrava naturale.

PONGRACIC 7,05. Vedi sopra, perfettamente a suo agio nel centrosinistra non lascia passare uno spillo e avvia di gran classe l’azione dello 0-2. A inizio stagione auspicavamo di rivedere quelle uscite palla al piede in impostazione che ci avevano fatto innamorare di Umtiti: eccole qui. Dunque, dato per assodato che non ci fosse un problema particolare di posizionamento, si può affermare che il Lecce abbia giocato cinque sesti del campionato coi centrali di difesa invertiti. Amen.

GALLO 7,05. Anche a Sassuolo la sua criniera sventola sulla fascia sinistra senza soluzione di continuità. Berardi se l’era già incartato all’andata, Defrel e Volpato a stento appaiono nel tabellino.

OUDIN 6,85. Largo a destra giusto sulla lavagnetta, ma in realtà libero di cercarsi la posizione in mezzo al campo. Questo manda sufficientemente in tilt Viti e, soprattutto, lascia praterie libere per Gendrey.

BLIN 6,9. Cambia il compagno di reparto ma non il suo apporto. Diga imprescindibile in mezzo, appoggio sempre utile nelle ripartenze da esterno basso, carismatico capitano quando qualche compagno abbassa un po’ i giri del motore. Sfiora di testa un gol che avrebbe meritato.

RAFIA 6,4. Titolare a sorpresa da mediano accanto a Blin, gli viene chiesto di mettere ordine e lui lo fa. Quando invece gli tocca fare a sportellate soffre di più e non a caso è il primo cambio di Gotti.

(GONZALEZ 6,25). La sua duttilità è oro in partite come quella col Sassuolo, purché ci entri con la testa. Lo fa e il suo contributo in termini di muscoli e ritmo del pressing è essenziale.

DORGU 7,7. Riscatta il gol divorato con la Roma e in generale sfodera una prestazione soddisfacente, non particolarmente da urlo, non fosse che la sua carta d’identità dice 26 ottobre 2004. E allora si, quello che sembrerebbe normale, tanto normale poi non è.

(BERISHA 6,33). Stavolta i minuti concessigli da Gotti sono importanti: un quarto d’ora per rincorrere chiunque in mezzo al campo e spegnere sul nascere ogni velleità di rimonta dei padroni di casa. Lui morde caviglie ma accarezza anche palloni interessanti e più di qualcuno si pulisce le lenti degli occhiali perchè vuole vederci meglio…

KRSTOVIC 6,9. Ennesimo partitone del numero nove, che aveva iniziato facendoci vedere sostanzialmente gol e ha continuato mostrando all’intera Serie A un attaccante completo, che svaria su tutto il fronte, non si fa spostare, protegge palla, la pulisce e la rifinisce. Ora che il repertorio dei numeri è completo anche con il superbo assist a Piccoli, ci aspettiamo che chiuda il cerchio e torni a gonfiare la rete.

(PIEROTTI n.g.). Forse avrebbe meritato qualche minuto in più dopo la giocata da tre punti della scorsa settimana.

PICCOLI 7,05. L’intesa con Krstovic cresce e fa sognare. Non fosse che il suo riscatto costa più di tutto il monte ingaggi della squadra…

(SANSONE 6,08). Anche per lui pochi scampoli per mettersi in mostra. Sicuramente tante corse a vuoto.

GOTTI 6,95. Bisogna essere sempre onesti intellettualmente: quando è uscita la formazione ufficiale con Oudin largo a destra e soprattutto Rafia mediano accanto a Blin, un po’ di perplessità ci sono state. Le tantissime assenze, cui si è aggiunta all’ultimo anche quella di Ramadani, non facevano presagire nulla di buono sotto il sole emiliano, eppure la squadra ha mostrato la solita quadratura e consapevolezza: il pallone ha costantemente viaggiato bene e senza sbavature, tutti sapevano cosa fare e tutti si aiutavano in caso di difficoltà.
Sempre per onestà intellettuale, bisogna dire che il Sassuolo aveva tutta l’aria di aver mollato, un pugile suonato prima ancora del gong iniziale persino nei suoi elementi più talentuosi come Thorstvedt, Erlic o Laurienté.
Da qualunque parte la si voglia guardare, però, una squadra che vuole mantenere la categoria non può fare prigionieri e il Lecce lo fa capire già dopo 5 minuti con Blin. Il monologo giallorosso è sempre all’insegna dell’equilibrio e della solidità difensiva: pochissimi i varchi concessi ai neroverdi, praticamente nessuna parata di Falcone se non su un colpo di testa al rallenty di Mulattieri. A livello di prestazioni, la regia di questo Lecce è stata sempre perfetta, anche nella sconfitta di San Siro. A questo punto del percorso, però, la paura di essere troppo ottimisti si taglia a fette: arrivare agli impegni con Atalanta e Napoli senza essere ancora salvi è una eventualità che starebbe nel gioco, ma alla quale è faticoso persino pensare.


Le pagelle definitive: la tabella con le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2
Lecce-Salernitana 2-0
Monza-Lecce 1-1
Lecce-Genoa 1-0
Juventus-Lecce 1-0
Lecce-Napoli 0-4
Lecce-Sassuolo 1-1
Udinese-Lecce 1-1
Lecce-Torino 0-1
Roma-Lecce 2-1
Lecce-Milan 2-2

Verona-Lecce 2-2
Lecce-Bologna 1-1
Empoli-Lecce 1-1
Lecce-Frosinone 2-1
Inter-Lecce 2-0
Atalanta-Lecce 1-0
Lecce-Cagliari 1-1
Lazio-Lecce 1-0
Genoa-Lecce 2-1
Lecce-Fiorentina 3-2
Bologna-Lecce 4-0
Torino-Lecce 2-0
Lecce-Inter 0-4
Frosinone-Lecce 1-1
Lecce-Verona 0-1
Salernitana-Lecce 0-1
Lecce-Roma 0-0
Milan-Lecce 3-0
Lecce-Empoli 1-0

Lecce-Empoli 1-0: Pierotti 7,1 Almqvist 5,35 Sansone 7. Pagelle Definitive

Lecce-Empoli 1-0: Pierotti 7,1 Almqvist 5,35 Sansone 7. Pagelle Definitive

La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale, con le considerazioni della Penna Verde.

Il Lecce (6,35) dà continuità e sblocca alla fine un match che sembrava stregato come quello con la Roma. Una partita vinta da Gotti, non solo grazie agli ingressi dalla panchina.

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con gli highlights di Lecce-Empoli 1-0

Lecce Empoli 1-0 Pierotti Sansone Gotti Almqvist SerieA pagelle definitive

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 6,55. Se di un portiere si dice che sia da grande squadra quando nell’arco dei 90° riesce ad essere concentrato sempre anche se gli arrivano uno o due tiri al massimo, allora Falcone ha dimostrato ancora una volta di essere pronto. Aveva iniziato la stagione un po’ titubante, specialmente fuori dai pali, quasi ospite della sua area di rigore. Settimana dopo settimana ha riacquistato i superpoteri e il doppio riflesso mostrato contro l’Empoli ne è prova inconfutabile. Sempre più alte le probabilità che le prossime sei partite saranno le ultime in maglia giallorossa.

GENDREY 6. Alterna cose buone ad altre meno nella posizione più alta richiesta da Gotti in fase di impostazione. Nel momento più difficile della partita sta per perdere una palla sanguinosa ma lotta strenuamente e ne viene fuori in mezzo a quattro. L’impegno non gli fa mai difetto, ma Cancellieri lo salta troppo facilmente.

(VENUTI 6,1). Sempre più a suo agio nel ruolo che negli anni fu, tra gli altri, di Roberdo Amodio, Renato Olive o Mimmo Di Carlo. Non parliamo ovviamente di posizione in campo ma di dodicesimo uomo (come il numero che ha sulla schiena), ovvero il cambio che il mister si gioca quando non c’è più bisogno di fronzoli ma di esperienza e testa sulle spalle.

PONGRACIC 6,4. Governa la difesa senza troppi patemi d’animo, con un’uscita in dribbling palla al piede strappa applausi al 54°.

BASCHIROTTO 6,55. Segue Cerri praticamente a uomo e questo lo porta ogni tanto a scambiarsi la posizione con Pongracic. Esperimento riuscito, riesce anche a rendersi pericoloso di testa e con un tiro da fuori.

GALLO 6,55. Beneficia dei metri di campo in più in avanti concessigli da Gotti e, ricevendo più avanzato, scatena la sua potenza mettendo palloni pericolosi in mezzo.

BLIN 6,35. Si conferma una volta di più indispensabile nello scacchiere tattico giallorosso per corsa, grinta, carisma e visione di gioco.

RAMADANI 6,35. Esalta il Via del Mare quando al 50° ne salta tre con altrettanti tunnel: è solo la sintesi di una partita di quantità e qualità, sintomo di una forma finalmente ritrovata.

ALMQVIST 5,35. Passo indietro rispetto a Milano, l’intesa con Gendrey non è quella di Gallo e Dorgu. Nell’unica occasione in cui punta l’uomo si allunga troppo la palla e, scivolando, commette fallo da ammonizione: sarà squalificato contro il Sassuolo, un’occasione per rifiatare e per riflettere.

(SANSONE 7). Fa l’uomo della provvidenza entrando e depositando il più facile dei gol vittoria, che riscatta quello incredibile mangiato contro la Roma.

OUDIN 6,05. Molto meglio in fase di impostazione arretrata che in quella di rifinitura avanzata, in cui necessita sempre troppi tempi di gioco.

(PIEROTTI 7,1). Nell’unica palla giocabile, dimostra caparbietà nel credere alla spizzata di Piccoli, astuzia nel circumnavigare Walukiewicz, talento nel fintare e mettere a sedere difensore e portiere e generosità nel servire il compagno meglio piazzato.

DORGU 6,2. Riportato a sinistra, lascia spesso spazio a Gallo portandogli via l’uomo e sfiora il gol trovando pronto Caprile.

(GONZALEZ 6,05). Entra per l’assalto finale contribuendo a non dare riferimenti alla difesa toscana.

PICCOLI 6,1. Si batte come un leone per tutta la gara e forse nell’unica volta in cui riesce nettamente a vincere un duello col salentino Luperto, il Lecce va in gol.

GOTTI 6,95. Sembrava un’altra partita stregata, di quelle in cui proprio non vuole entrare e per segnare devi andare in porta con tutta la palla. E il Lecce così fa. Dal canto suo Gotti la cucina perfettamente, abbassando Oudin o Blin sulla fascia in fase di impostazione per tenere sempre alti contemporaneamente terzini e ali a dialogare e schiacciare gli esterni empolesi, alle brutte usando il buon piede per sventagliare dall’altra parte sfruttando la superiorità numerica sul pressing avversario. Una mossa che sembra aver sbloccato finalmente la costruzione del Lecce (con D’Aversa l’azione partiva dai terzini che appoggiavano alla mezzala per poi sovrapporsi cercando il triangolo, perdendo metri di campo e lasciando il fianco scoperto se questa non riusciva a scaricare) e il numero di tentativi verso la porta parla da sé. L’attenzione difensiva e la rinnovata pericolosità sui calci piazzati completano il quadro di una partita che il Lecce ha meritato di vincere, dando continuità alle prestazioni viste contro Roma e pure Milan. Azzecca le mosse dalla panchina e predica prudenza in sala stampa: gli scontri diretti sono ancora tanti e il Lecce non era spacciato in caso di sconfitta, così come non è ancora salvo nonostante i tre punti in più.


Le pagelle definitive: la tabella con le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2
Lecce-Salernitana 2-0
Monza-Lecce 1-1
Lecce-Genoa 1-0
Juventus-Lecce 1-0
Lecce-Napoli 0-4
Lecce-Sassuolo 1-1
Udinese-Lecce 1-1
Lecce-Torino 0-1
Roma-Lecce 2-1
Lecce-Milan 2-2

Verona-Lecce 2-2
Lecce-Bologna 1-1
Empoli-Lecce 1-1
Lecce-Frosinone 2-1
Inter-Lecce 2-0
Atalanta-Lecce 1-0
Lecce-Cagliari 1-1
Lazio-Lecce 1-0
Genoa-Lecce 2-1
Lecce-Fiorentina 3-2
Bologna-Lecce 4-0
Torino-Lecce 2-0
Lecce-Inter 0-4
Frosinone-Lecce 1-1
Lecce-Verona 0-1
Salernitana-Lecce 0-1
Lecce-Roma 0-0
Milan-Lecce 3-0

Milan-Lecce 3-0: Krstovic 4,8 Gonzalez 6,3 Banda 5,15. Pagelle Definitive

Milan-Lecce 3-0: Krstovic 4,8 Gonzalez 6,3 Banda 5,15. Pagelle Definitive

La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale, con le considerazioni della Penna Verde.

A San Siro si è visto di tutto e di più ma, mettendo al bando ogni donchisciottismo, di Milan-Lecce 3-0 vale la pena portarsi a casa la prestazione. Che è stata più che soddisfacente.

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con gli highlights di Milan-Lecce 3-0

Milan-Lecce-3-0-Krstovic-Gonzalez-Banda-Almqvist-SerieA-pagelle-definitive-Hernandez

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 6,05. Risponde da campione sui tentativi ravvicinatissimi di Pulisic e Jovic ma non può nulla su tutto il resto, traversa di Hernandez inclusa.

VENUTI 5,2. Stavolta parte titolare e contro un certo Leao. Il portoghese un po’ lo aiuta entrando e uscendo dalla partita, un po’ di mestiere ce lo mette pure lui, ma quando parte sul terzo gol il Lecce è praticamente fermo in attesa che qualcuno butti la palla fuori. Non siamo tuttavia sicuri che, anche con una maggiore reattività, Leao potesse essere fermato in quell’azione. Cionostante, forse la miglior prestazione stagionale di Venuti, propositivo anche oltre la sua metà campo.

(GENDREY 5,89). Entra per Venuti, pasticcia un po’ sulla linea difensiva e si ritrova a cacciare fuori un gol praticamente da dentro la porta.

PONGRACIC 5,8. Pomeriggio complicato, i milanisti arrivano da tutte le parti e lui non sa mai bene se accorciare al centro o restare per uscire eventualmente in raddoppio sulla fascia.

BASCHIROTTO 5,65. Giroud lo porta a spasso disegnando come sulla lavagnetta tattica traiettorie e movimenti per liberare i tre fantasisti alle sue spalle.

GALLO 5,2. Per contenere il Chukwueze di sabato ci vorrebbe il motorino. Eppure, nonostante tutto, siamo convinti che poteva andare molto peggio.

BLIN 5,2. La consueta grinta da capitano, sul raddoppio di Giroud la palla gli sbuca forse all’improvviso dai corpi di due compagni e non ha il riflesso di andarla a toccare, mentre il suo connazionale si, perfino senza saltare.

(BERISHA s.v.). Altro palcoscenico importante da mettersi nel curriculum. Speriamo serva.

RAMADANI 5,6. Distante da Pulisic nel primo gol, magari non si aspettava che Chukwueze sgusciasse così rapidamente dalle grinfie di Gallo, Banda e poi pure Gonzalez che non va a contrasto sul passaggio, ma è comunque troppo sulle gambe nell’occasione. Per il resto, gioca una partita sontuosa, specialmente quando il Lecce rimane in inferiorità numerica lui fa per due, sbrogliando, ricucendo e consentendo ai giallorossi di creare anche qualche ripartenza in 10 vs 11.

GONZALEZ 6,3. In attesa del salto di qualità: non che fosse facile trasformare quel sinistro o quel colpo di testa, ma per giocare a certi livelli occorre lavorare affinché si possa essere letali anche nell’unica occasione capitata. Gioca un tempo, ma per la stampa è comunque il migliore in campo.

(PICCOLI 5,55). Entra nel secondo tempo per restituire al Lecce peso offensivo dopo l’espulsione di Krstovic, ma visto forse l’andazzo arbitrale praticamente non va mai a contrasto nemmeno di testa per paura di quel giallo che avrebbe significato squalifica per entrambe le prime punte leccesi contro l’Empoli.

DORGU 5,35. Continua nella sua esplorazione di tutte le zone di campo possibili, stavolta gli è toccato l’out di destro, con il compito di tenere più basso possibile Hernandez e aiutare Venuti su Leao. Una sciocchezza, insomma. Ma a 19 anni è giusto anche così, provare a crescere mettendo nel proprio bagaglio quante più esperienze possibili.

(PIEROTTI s.v.). Qualche minuto per far vedere quanto meno di essere un giocatore di calcio.

KRSTOVIC 4,8. Solita grande partita di sacrificio, la gioca praticamente tutta fuori dall’area di rigore avversaria cercando di dare uno scarico in più, una sponda o di liberare spazi per gli inserimenti di Dorgu, Gonzalez o Banda. L’unica volta che ci entra viene espulso con rosso diretto: non ci fosse stato Chukwueze dietro si sarebbe detto “grande aggancio volante di Krstovic”, di fatto era l’unico modo per arpionare quella palla. Invece saltando i tacchetti gli finiscono sul petto del milanista, che lui non può assolutamente vedere. Dal VAR dicono giallo, poi lasciano stare. Il pomeriggio seguente, un intervento uguale ma ancora più pericoloso di Saelemakers in Frosinone-Bologna è sanzionato con l’ammonizione. Nessun provvedimento, invece, quando Vlahovic con la stessa gamba alzata colpì Pongracic aprendogli il sopracciglio.

BANDA 5,15. Contro un avversario come Calabria che non ha certamente la sua velocità potrebbe fare molto di più. Poi si fa male ed esce.

(ALMQVIST 6,15). Conferma le sottilissime impressioni positive che aveva suscitato in Lecce-Roma dopo un periodo di forma francamente disastroso. Le scelte finali, complice anche una spasmodica ricerca del gol, ancora non lo premiano, ma il braccio in estensione di Hernandez che lo spinge in area di rigore non è di certo una spallata regolare. E la ginocchiata in testa che prende subito dopo induce con un istinto di umanità il francese a rallentare il gioco, forse in attesa che l’arbitro fischiasse quanto meno per vedere le condizioni del colpito. Poi ritorna in sé e, con grande antisportività, serve Adli per far partire il contropiede col Lecce in pratica fermo.

GOTTI 5,3. A San Siro ci va col 4-2-3-1 cercando di mettersi a specchio con l’avversario. Coi se e coi ma non si fa la storia, quindi possiamo tranquillamente dire che non ci riesce per manifesta inferiorità tecnica del suo Lecce che comunque, quando il Milan rallenta i ritmi in vista dell’Europa League, pur in inferiorità numerica esce sempre palla al piede e prova a lanciarsi in ripartenza verso la porta di Maignan, riuscendoci anche in un paio di casi. La compattezza, la distanza tra i reparti (fatta eccezione per il primo gol, peccato) e un grande Ramadani in grado di recuperare palloni e al tempo stesso divincolarsi e dettare i movimenti senza palla ai compagni, sono tutte note positive che onestamente non si davano per scontate alla vigilia di un match così impari e sono di ottimo auspicio in vista dello scontro diretto con l’Empoli. Il grande aplombe con cui si presenta ai microfoni dicendo che non avrebbe parlato dell’arbitraggio, poi, è esattamente il segnale di serenità che bisognava dare a squadra e ambiente: non perdersi dietro a episodi e a battaglie che già mille volte in questa stagione (da Baschirotto a Monza in poi) si è dimostrato che il Lecce non può vincere, ma concentrarsi sull’unica cosa che dipende dalle proprie gambe e dalla propria testa, la prestazione. Che a San Siro, contro un Milan in palla, ben oliato dal direttore di gara e in inferiorità numerica, è stata eccellente. Ora, però, bisogna spingere quei palloni in porta.


Le pagelle definitive: la tabella con le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2
Lecce-Salernitana 2-0
Monza-Lecce 1-1
Lecce-Genoa 1-0
Juventus-Lecce 1-0
Lecce-Napoli 0-4
Lecce-Sassuolo 1-1
Udinese-Lecce 1-1
Lecce-Torino 0-1
Roma-Lecce 2-1
Lecce-Milan 2-2

Verona-Lecce 2-2
Lecce-Bologna 1-1
Empoli-Lecce 1-1
Lecce-Frosinone 2-1
Inter-Lecce 2-0
Atalanta-Lecce 1-0
Lecce-Cagliari 1-1
Lazio-Lecce 1-0
Genoa-Lecce 2-1
Lecce-Fiorentina 3-2
Bologna-Lecce 4-0
Torino-Lecce 2-0
Lecce-Inter 0-4
Frosinone-Lecce 1-1
Lecce-Verona 0-1
Salernitana-Lecce 0-1
Lecce-Roma 0-0

Lecce-Roma 0-0: Falcone Gallo 6,95 Almqvist 5,85. Pagelle Definitive

Lecce-Roma 0-0: Falcone Gallo 6,95 Almqvist 5,85. Pagelle Definitive

La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale, con le considerazioni della Penna Verde.

27 tiri, 0 gol: sembra un pesce d’aprile, ma è la sintesi di Lecce-Roma, partita in cui gli dei del calcio si riprendono (per fortuna senza interessi) quanto dato ai salentini a Salerno.

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con gli highlights di Lecce-Roma 0-0

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 6,95. Quante volte lo abbiamo criticato, specie all’inizio dell’anno, per la scarsa padronanza dell’area piccola? Ebbene, contro la Roma nelle uscite c’è sempre, alterna bene ripartenza bassa e lancio lungo e, last but not least, nell’unica occasione a tu per tu con Aouar sfodera il riflesso del campione.

GENDREY 6,3. Non osa quando potrebbe contro Zalewski, costretto a restare più schiacciato contro El Sharaawy. In generale i pericoli maggiori per il Lecce fioccano dalle sue parti.

PONGRACIC 6,85. Il duello con Lukaku è rusticano ma alla fine lui e Baschirotto la spuntano sempre: per il belga solo qualche sponda e pochissime palle utili da giocare, praticamente nessuna verso la porta di Falcone. L’arbitro però lo grazia non fischiando neppure il fallo su un netto sgambetto al limite dell’area dove avrebbe meritato quantomeno il giallo.

BASCHIROTTO 6,75. Grandiosa prestazione al centro della difesa dove gioca praticamente da libero vecchio stampo, aiutando Pongracic nel contenere Lukaku e uscendo su tutte le palle, centrali o laterali, dove ci sia bisogno di una spazzata. Insolitamente (non ce ne voglia) anche più sicuro di sé in fase di costruzione.

GALLO 6,95. È in stato di grazia, e non certo perché sull’altra panchina c’è il suocero a guardarlo. Sull’unico appoggio sbagliato frutto di un malinteso è lui stesso a recuperare e riconquistare palla mettendosi davanti a Cristante e costringendolo a buttarla in fallo laterale.

(VENUTI s.v.). Entra per i crampi di Gallo e si piazza a sinistra cercando di non fare danni.

RAMADANI 6,75. Molto ma molto meglio rispetto a Salerno, per chilometri percorsi, palle recuperate, letture tra le linee e carisma in fase di costruzione. Certo, quella regia da così basso mette sempre i brividi e in un paio di occasioni la palla è finita agli avversari, ma Gotti dice che sono rischi che bisogna correre.

BLIN 6,55. La costante inferiorità numerica della mediana a due giallorossa è praticamente vanificata dal grandissimo lavoro fatto da Ramadani e Blin. Il capitano, in particolare, si sacrifica anche allargandosi a sinistra in fase di impostazione per permettere a Gallo e Dorgu di creare superiorità numerica sulla fascia contro Karsdorp. Eroe quando si frappone fra Falcone e Zalewski in area: alla fine il portiere del Lecce frana su di lui e quello che sarebbe stato un sicuro fallo da rigore diventa un normale scontro di gioco.

DORGU 6,2. Anche lui più a suo agio rispetto a Salerno nel ruolo di ala sinistra, duetta bene con Gallo cui garantisce sufficiente copertura. Esce tra gli applausi del pubblico che inneggia il suo nome per tirarlo su di morale dopo il clamoroso rigore in movimento sbagliato col suo piede preferito.

(OUDIN 6,13). Dovendo cambiare un’ala nel 4-4-2, Gotti ha poco da inventarsi. Lui fa quel che può con le sue caratteristiche, ma sicuramente i giri della squadra scendono quando entra al posto del danese. La speranza malcelata era che si inventasse qualcosa dal cilindro del suo sinistro e solo la traversa al 93° ha impedito che ciò avvenisse.

ALMQVIST 5,85. Meglio di altre volte, ma ancora troppo sotto standard, se lo standard è quello di inizio stagione. Vederlo saltare di nuovo un uomo però è stato come rinascere: chissà se la Pasqua… Nel frattempo, però, per la stampa è il peggiore in campo.

(BANDA 6). Non doveva giocare, ma alla fine se si fa il 4-4-2 gli esterni in rosa son quelli. Lameck entra e fa il suo anche bene: si propone, recupera palla e sfiora – anche lui – il gol.

PICCOLI 5,9. Manca il gol. Hai detto niente? No, però non si può certo dire che Piccoli sia rimasto in area ad aspettare che cadesse dal cielo. Ci ha provato, riprovato e riprovato. E non possiamo che dirgli bravo, anche quando magari il passaggio sarebbe stata una soluzione migliore.

(SANSONE 5,9). Subentra a Piccoli e ci mette il dinamismo richiesto fra le linee per sopperire al divario fisico col compagno e dare un’ulteriore mano nel tentativo di recupero palla alto. L’occasione che ha sul destro sugli sviluppi di un calcio d’angolo e che spara incredibilmente in curva, però, è un pelo oltre la soglia dell’imperdonabile se non sei più un giovane di belle speranze.

KRSTOVIC 6,4. Come e forse più di Piccoli: sfodera un partitone da regista offensivo, di fatto è quello che conclude meno verso Svilar. Ma da costantemente l’impressione di avere una cilindrata superiore e solo qualche granello di sabbia nel motore gli impedisce ancora di rombare.

GOTTI 6,78. Il 4-4-2 sembra la soluzione più logica per restituire equilibrio, autostima e slancio offensivo ai giocatori più forti a disposizione. Il problema, come detto, è a partita in corso quando dalla panchina bisogna adattare qualcuno alla causa. Di fatto, però, ne mancano talmente poche in questo rush finale che il rischio bisogna correrlo e, dopo il pomeriggio – ridiciamocelo francamente e senza vergogna – orribile di Salerno, prendere a pallonate la Roma con 27 tiri in porta è comunque rinfrancante, al di là del fatto che la precisione non fosse di casa lunedì al Via del Mare. Se il Lecce avesse pareggiato a Salerno (com’era giusto) e vinto con la Roma (com’era giusto), d’altronde, non sarebbe cambiato nulla ma, come ha sottolineato il Presidente Sticchi Damiani, se c’è una cosa ancora più importante del punto che ha mosso la classifica è la ritrovata fiducia in sé stessi. Uno stato d’animo e un clima (inteso anche come ambiente stadio) che bisognerà – mister in primis – essere bravi a far restare intatti fino a fine stagione e questo sarà sicuramente sinonimo di salvezza.

Lecce Roma 0-0 Falcone Gallo Almqvist Gotti SerieA pagelle definitive Dorgu


Le pagelle definitive: la tabella con le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

Lecce Roma 0-0 Falcone Gallo Almqvist Gotti SerieA pagelle definitive

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2
Lecce-Salernitana 2-0
Monza-Lecce 1-1
Lecce-Genoa 1-0
Juventus-Lecce 1-0
Lecce-Napoli 0-4
Lecce-Sassuolo 1-1
Udinese-Lecce 1-1
Lecce-Torino 0-1
Roma-Lecce 2-1
Lecce-Milan 2-2

Verona-Lecce 2-2
Lecce-Bologna 1-1
Empoli-Lecce 1-1
Lecce-Frosinone 2-1
Inter-Lecce 2-0
Atalanta-Lecce 1-0
Lecce-Cagliari 1-1
Lazio-Lecce 1-0
Genoa-Lecce 2-1
Lecce-Fiorentina 3-2
Bologna-Lecce 4-0
Torino-Lecce 2-0
Lecce-Inter 0-4
Frosinone-Lecce 1-1
Lecce-Verona 0-1
Salernitana-Lecce 0-1

Frosinone-Lecce 1-1: Gallo 6,55 Rafia 5,15 Almqvist 5,3. Pagelle Definitive

Frosinone-Lecce 1-1: Gallo 6,55 Rafia 5,15 Almqvist 5,3. Pagelle Definitive

La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale, con le considerazioni della Penna Verde.

Il punto in classifica e la partitona di Gallo che si mangia Soulé: queste le uniche due note liete del pomeriggio del Lecce (5,88) a Frosinone dopo un’altra prestazione impalpabile e il ko di Kaba, stagione finita per lui.

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