Napoli-Lecce 2-3 Pagelle definitive: Lapadula 8,05 Liverani 7,55 Falco 7,22

La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale.
Lapadula da 8 in pagella. Per trovare il peggiore in campo bisogna scendere al 6,25 di Donati.

Il Lecce (6,78) espugna il San Paolo di Napoli impartendo una lezione di gioco e carattere agli azzurri di Gattuso con una doppietta di Lapadula e un capolavoro di Mancosu.

Come si colma il divario
L’exploit che non ti aspetti ma che può diventare fondamentale alla luce dei risultati delle dirette concorrenti (vittorie di Genoa e Samp, pari tra Brescia e Udinese). Il Lecce sbanca il San Paolo a sorpresa e si gode l’accoglienza trionfale della città al rientro in stazione dopo una prestazione magnifica che fa il paio con il poker casalingo col Torino.

E dire che il Napoli era considerato in ripresa, reduce dalle convincenti vittorie con Sampdoria e Juventus. Niente di più sbagliato. Nonostante un buon avvio, alle prime difficoltà gli uomini di Gattuso si sgretolano e consentono a quelli di Liverani (7,55) di colmare l’abissale divario tecnico con un’egregia organizzazione tattica, unita a motivazioni assolutamente incomparabili. Da un lato, infatti, la fame dei giallorossi e l’entusiasmo portato dai nuovi innesti di gennaio, dall’altra la scarsa “garra” dei partenopei (sempre secondi sul pallone), partiti ad inizio stagione come potenziale competitor scudetto (erano l’unica big a non aver cambiato progetto tecnico) e ritrovatisi fuori da tutto già in inverno, con una campagna di rafforzamento sul mercato più orientata al futuro che al presente. Non a caso i più vogliosi appaiono proprio i nuovi acquisti, mentre gli altri sembra quasi non vedano l’ora che il campionato finisca.
Persino Gattuso sembra navigare a vista, più concentrato sul morale e sulla compattezza di squadra dei suoi che su un eventuale piazzamento europeo ad oggi tutt’altro che certo. E se è vero che nel calcio partite come quella contro la Juve si preparano da sole, poi capita che arrivi il Lecce al San Paolo e le gambe non girino come dovrebbero, le occasioni si creino e si sprechino e l’avversario meno blasonato ti azzanni alla prima occasione.

Il Lecce è bello, ma il calcio di più
Nei primi 30 minuti il Napoli avrebbe potuto dare una svolta al match ma si mangia tre palle gol clamorose davanti a Vigorito (6,4) con Zielinski e due volte con Milik. La terza, in particolare, nasce dalla solita sanguinosa palla persa in uscita, stavolta da Donati (peggiore in campo seppur con la media di 6,25), e poteva rappresentare la sliding door della partita, con il classico errore in riproposizione dei giallorossi che tante volte è costato caro e tante critiche ha fatto piovere in testa a Liverani e alla sua impostazione di gioco.
Ma gli azzurri, nonostante i 50mila del San Paolo, giocano senza cattiveria e il Lecce, scampato il pericolo, colpisce con una bella azione che parte da un tacco di Saponara (7,1), prosegue con un lob smarcante di Barak (6,7) per lo stesso Saponara e termina col gol di Lapadula (8,05: migliore in campo per la stampa), dimenticato in area dopo la respinta di Ospina su Falco (7,22).
Il Napoli reagisce con un palo di Insigne in seguito a un fuorigioco sbagliato dalla linea difensiva giallorossa, ma il cambio tattico di Gattuso che caratterizza l’ingresso in campo delle squadre per il secondo tempo sembra poter orientare le sorti del match verso i campani: fuori Lobotka dentro Mertens per un 4-2-3-1 ancora più offensivo rispetto al 4-3-3 iniziale. Milik pareggia subito fotocopiando il gol di Lapadula senza la respinta di Vigorito ma, anzi, rischiando pure di mettere la palla fuori.

Sliding doors
Sull’1-1 Insigne spara addosso al portiere leccese la palla del 2-1 e la sliding door si ripete: il Lecce prende in mano le redini del gioco, sfruttando la superiorità numerica a centrocampo e avanzando il baricentro fino al gol dell’1-2, frutto di una bella azione corale e insistita e ancora una volta della grande astuzia di Lapadula, che si mette alle spalle Di Lorenzo e lo punisce con una splendida torsione di testa.
E quando Milik non trova la porta in seguito a una saponetta di Vigorito e poi accentua furbescamente la caduta su un fallo di Donati ritenuto da rigore ma non dall’arbitro e dal VAR, lo schema è ormai chiaro: entra Mancosu (7,17), punizione da 40 metri e palla a giro che si insacca imparabilmente dopo aver colpito il palo interno. Un gol capolavoro che probabilmente sarebbe sulle copertine di tutti i media se fosse stato siglato da un giocatore più blasonato, di una squadra più blasonata.
Troppo bello per essere vero, allora Lucioni (6,3) sbuccia un prevedibile lancio verticale e alza la palla per il gol in rovesciata di Callejon da due passi. Il risultato, però, non cambia più e sicuramente i tifosi di entrambe le squadre di Genova avranno chiuso la domenica con le mani nei capelli.
Ora che il Lecce sembra essere tornato su livelli più che accettabili per la massima categoria – comprese le puntuali distrazioni difensive che, però, fanno parte del gioco – il calendario potrebbe per la prima volta dimostrarsi addirittura amico dei salentini. Dopo aver affrontato Torino e Napoli più o meno allo sbando, al Via del Mare sbarcherà prima la Spal fresca di cambio tecnico (da Semplici a Di Biagio) e in pratica all’ultima spiaggia, e poi all’Olimpico una Roma che dall’infortunio di Zaniolo in poi non si è più saputa ritrovare, concludendo poi il filotto con le big, Milan e Juventus, non propriamente in palla. Perlomeno questo è quanto si evince dopo la 23° giornata ma, si sa, nel calcio i giudizi e gli umori possono cambiare di settimana in settimana. Dieci giorni fa il Napoli era in palla ed ora è nel caos, mentre il Lecce sembrava condannato ed ora si gode gli applausi anche dei più critici. Le bufere vanno e vengono, insomma, ma il porto d’attracco è sempre distante tre mesi e mezzo.