La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale.
Con la valutazione de La Penna Verde.
Krstovic sentenza, D’Aversa letture decisive.
Almqvist non si accende, Rafia e Gonzalez un po’ molli.

Grande prova di maturità del Lecce che batte la Salernitana in un match forse più complicato dei precedenti. Dopo Immobile e Duncan, anche Jovane sbatte su un legno di Falcone: terzo palo, terza sliding door che aiuta gli audaci.

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con gli highlights di Lecce-Salernitana 2-0

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 6,7. Prodigioso nel chiudere lo specchio a Candreva nel primo tempo, nel secondo ordinaria amministrazione tranne quando deve deviare il tiro di Jovane sul palo. Dopo Immobile e Duncan continua la benedizione del montante, ma in tutti e tre i casi ci mette anche del suo (piede, posizionamento del corpo, mano).

GENDREY 6,55. Dalle sue parti la Salernitana attacca meno e lui si prende tutto il campo che può. Furbo e lesto nel battere velocemente la rimessa laterale che porterà al suo assist per l’1-0. Si fa saltare da Jovane sul tiro che finirà sul palo, ma per il resto è sempre concentratissimo e con la giusta voglia di vincere.

PONGRACIC 6,3. Ancora in rodaggio i meccanismi con Baschirotto, Ramadani e Kaba, col solo Botheim in avanti potrebbe uscire di più cercando l’anticipo sui trequartisti Candreva e Kastanos in aiuto all’albanese. 

BASCHIROTTO 6,15. Vedi sopra, rispetto a Firenze stavolta è lui ad uscire maggiormente. L’impressione è sempre quella: senza Umtiti e Hjulmand c’è bisogno di un po’ tempo per trovare certi automatismi che impedirebbero – o quantomeno renderebbero più complicate – certe imbucate degli avversari.

GALLO 6,05. Sulla sua fascia si soffre sempre di più, però il biondo palermitano combatte e dà una discreta mano in sovrapposizione a Banda, mettendo dentro un paio di palle su cui nessuno ha attaccato il giusto palo. Nel secondo tempo si tocca il quadricipite destro, si alza il pantaloncino e chiede il cambio alla panchina, subito dopo però fa uno scatto da centometrista. Qualcosa non quadra…

DORGU 6,44. Anche stavolta ha un ottimo impatto sulla partita: buona personalità nei contrasti, giusta mentalità nel non strafare e discreta dose di fortuna quando la sua sassata da fuori quasi stacca una mano di Jovane per il rigore del 2-0.

KABA 6,15. Prima da titolare, col 77 sulla schiena qualcuno ancora si chiede se non sia Ceesay. Per il momento non dimostra di avere un piede tanto più sopraffino del gambiano, ma non è quello il suo compito: lui deve aiutare Ramadani e dare alla squadra i centimetri e i chili che mancano a centrocampo. Lo fa egregiamente anche se in qualche frangente fa ancora fatica a prendere le misure del campionato italiano, vedasi giallo netto e falli susseguenti prima della sostituzione, ma soprattutto l’imbucata di Candreva che gli sbuca alle spalle dopo un bel movimento di squadra della Salernitana che fa saltare tutte le marcature.

BLIN 6,05 Nient’affatto il solito Blin. Leggero, svagato, in ritardo su tutte le seconde palle: entrano lui e Gonzalez e la squadra comincia a soffrire e correre a vuoto, dando a più riprese l’impressione che la Salernitana possa pareggiare da un momento all’altro. Non dovrebbe essere così ma, nel caso, vale anche per lui il discorso che faremo più avanti per Strefezza.

RAMADANI 6,65. Partita dopo partita, pezzetto di campo dopo pezzetto di campo, si sta accomodando sulla cattedra che era di Hjulmand seppur con caratteristiche differenti: meno fisico e tempi di chiusura, più visione della porta. Per capire quanto era forte il danese, basti pensare che per sostituirlo ci vogliono due giocatori: un regista 29enne con esperienza internazionale e un marcantonio forte di testa e nei contrasti.
Ramadani dunque dirige la squadra con autorevolezza, e se migliorerà nel leggere un secondo prima la chiusura di alcune cerniere che talvolta rimangono aperte, raccoglierà in pieno l’eredità dell’ex capitano.

RAFIA 5,9. Anche lui decisamente un upgrade rispetto alla rosa dello scorso anno. Un giocatore ben strutturato ma deliziosamente tecnico, che porta e tiene la palla (ne perde anche qualcuna, ma sarebbe statisticamente impossibile il contrario) alzando il baricentro della squadra anche col pressing. Perfino in giornate in cui non brilla particolarmente come con la Salernitana si capisce quanto il Lecce avesse bisogno di uno come lui.

GONZALEZ 5,9. Entra ma sempre con l’impressione di avere il freno a mano tirato. È giovane e sta imparando a gestire anche situazioni nuove e di certo meno entusiasmanti rispetto ad avere subito una maglia da titolare inattesa come lo scorso anno. Per ora è sufficiente così, vedremo se riuscirà ad alzare l’asticella delle prestazioni quando ce ne sarà davvero bisogno.

ALMQVIST 5,95. Non si accende mai se non con un paio di dribbling a rientrare dei suoi. Eppure resta ancora in campo 90° anche grazie alla grande generosità che mette nei recuperi e nelle rincorse agli avversari. Se a Monza sarà lui a rifiatare inizialmente, Strefezza farà bene a tenere in mente questa considerazione.

KRSTOVIC 7,4. Qualsiasi cosa faccia, Gyomber non lo tiene. Sia che stacchi di testa in area, sia che venga incontro per pulire di petto una palla e smistarla, è un continuo “mismatch”. Fortunatamente la sosta aiuterà a dare il giusto peso al talento dell’attaccante montenegrino così come alla svagatezza del difensore slovacco, per non trarre conclusioni troppo affrettate e dare a un ragazzo di 23 anni appena arrivato anche tempo e modo di ambientarsi senza per forza dargli del brocco al primo errore che commetterà.

PICCOLI 6,13. Quando entra al posto di Krstovic la faccia dei difensori della Salernitana è eloquente e sembra dire: “Eccone un altro”. Enorme, fa valere tutta la sua strapotenza fisica nonché i 50 gettoni in A quando c’è da difendere palla e portarla all’altezza della bandierina. Un ottimo viatico per i suoi primi scampoli in giallorosso, che lasciano sicuramente spazio al pensiero che sappia fare anche ben altro.

BANDA 6,3. Il solito demonio sulla fascia. Paulo Sousa aveva schierato Jovane al posto di Mazzocchi nel vano tentativo di rispondere a tono, mettendo un giocatore d’attacco sul suo stesso lato che potesse occuparlo anche in fase difensiva. Alla fine è il capoverdiano della Salernitana che finisce a fare il terzino per tutto il primo tempo, o almeno fin quando Banda non si fa ingenuamente ammonire. Se è migliorato nella comprensione tattica della partita e del gioco di squadra, è ancora molto acerbo nella gestione della sua prestazione individuale, tanto che D’Aversa lo cambia prima che sia troppo tardi e poi lo catechizza per diversi minuti una volta arrivato in panchina.

STREFEZZA 6,75. Non deve essere stato facile mandare giù il rospo dell’iniziale panchina, specialmente con tutta la famiglia in tribuna a vederlo. Quando Baschirotto gli porta correndo la fascia a bordo campo e lui la rifiuta un brivido corre per tutto lo stadio Via del Mare. Con la palla al piede quella furia c’è e si vede, soprattutto per gli avversari che non riescono mai a togliergliela. Il rigore apparentemente inutile ai fini del risultato in pieno recupero è invece un toccasana: scioglie la rabbia in gioia e, magari, in consapevolezza che alzare l’asticella in Serie A significa avere almeno 16 titolari, di cui a turno cinque entrano a partita in corso. E il capitano è sempre il primo a dare l’esempio.

 

D’AVERSA 6,65. E tre, il mister di Stoccarda ne azzecca un’altra. Non si arrabbi per i pregiudizi sul difensivismo che l’hanno accompagnato, il suo curriculum parla pur sempre chiaro. Ma essere un buon allenatore significa anche far giocare la squadra in base alle sue qualità e caratteristiche ed evidentemente le precedenti squadre che ha allenato in carriera queste qualità e caratteristiche non ce le avevano.
Il Lecce si muove bene, svaria da una fascia all’altra prediligendo la palla a terra e facendo salire i terzini. L’intensità è la medesima della scorsa stagione per cui monito per chi legge: non tutte e 38 le partite si possono giocare a 200 km orari. Quest’anno però la rosa appare più lunga, per cui staremo a vedere.
Anche perché i pali di Immobile, Duncan e Jovane hanno tremato proprio nel momento in cui poteva cambiare l’inerzia delle partite, col rischio di avere 1 punto in classifica anziché 7. Ma la fortuna bisogna anche meritarsela andandosela a cercare, portandola dalla propria parte, rincorrendola su ogni centimetro del prato verde. E questo il Lecce lo fa eccome. Dunque per ora ci godiamo con tutto lo stupore del mondo questa settimana di sosta, facendoci altre due risate sul curriculum di D’Aversa.

Lecce Salernitana 2-0 Krstovic Strefezza pagelle definitive seriea 2023 2024

Le pagelle definitive: le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

Lecce Salernitana 2-0 Krstovic Strefezza pagelle definitive seriea 23 24

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2