La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale.
Con la valutazione de La Penna Verde.
Falcone mette i guanti sul pareggio.
Baschirotto espulsione ingiusta.

Quando non puoi vincere, sempre meglio non perdere. Complice anche l’ingiusto rosso a Baschirotto, il Monza gioca a una porta sola per tutto il secondo tempo, imbrigliando il centrocampo del Lecce.

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con gli highlights di Monza-Lecce 1-1

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 7,35. Nel Pagellone di fine stagione scorsa avevamo sottolineato quanti punti della classifica del Lecce fossero passati dai guantoni di Falcone. Da Monza a Monza, il portierone del Lecce continua ad essere decisivo con le sue parate. Tra i pali è mostruoso, qualora riuscisse a diventare dominatore dell’area piccola nelle uscite alte e più ordinato nei rilanci coi piedi (senza scomodare i “santi”, ma sembra un po’ di tornare a descrivere un certo Fabrizio Lorieri…), si ergerebbe senza dubbio al livello dei tanti pretendenti alla maglia azzurra.

GENDREY 6,1. Meno appariscente del solito, Ciurria lo tiene piuttosto basso.

PONGRACIC 6,32. Chi lo mette migliore, chi peggiore in campo: anche i giornalisti sono indecisi sulla sua prestazione. Quel che è certo è che salva un gol fatto con una deviazione in angolo, ma la sua linea soffre tremendamente le posizioni “spurie” di Caprari, Colpani e Mota.

BASCHIROTTO 5,15. Il pasticcio che porta all’espulsione è simile ad uno visto con la Salernitana.Il piede a martello è netto, così come è evidente che non solo prenda prima la palla ma non distenda la gamba per far male, tenendola dunque indietro. Da regolamento è giallo, il VAR lo segnala, l’arbitro si impunta e lui sarà squalificato contro il Genoa. Per il resto soffre come tutto il reparto.

GALLO 5,6. L’azione del gol del Monza è stupenda proprio perché i tanti tocchi di prima fatti da giocatori sempre in movimento fra le linee mandano letteralmente in tilt tutte le posizioni difensive del Lecce. Nell’occasione, a lui tocca l’ingrato compito di inseguire, invano, Colpani.

DORGU 6. Deve arginare le incursioni da quella parte e lo fa.

KABA 6. Stavolta non ci è piaciuto, così come tutto il centrocampo leccese, letteralmente imbrigliato nella morsa a quattro più due trequartisti schierata da Palladino. Si perde all’inseguimento di palloni che vanno via prima ancora che lui arrivi, col risultato che, a più di mezzora dalla fine e con un uomo in meno, si trascina sfinito in mezzo al campo e non viene neppure sostituito.

RAMADANI 6,15. Partita davvero complessa per il regista albanese, costretto a dirigere un reparto che sembra un vascello che fa acqua da più parti: tappa una falla di qua e se ne apre una di là. Corre e si sbraccia, ma alla fine porta in porto il pareggio. 

RAFIA 5,55. Seconda gara di fila sotto tono, stavolta addirittura un filino peggio rispetto alla Salernitana. Perché anche lui affogato dal possesso biancorosso in una fase difensiva costante e quasi sempre di corsa. Le sue qualità, ormai lo sappiamo, non sono queste benché si sacrifichi spesso e volentieri. Ma di fatto non entra mai in partita.

BLIN 6,05. Entra per dare quantità e ordine al centrocampo, si ritrova a fare il difensore centrale dopo il rosso a Baschirotto, poi torna in mezzo per la resistenza finale con l’ingresso di Touba. Non sarà sfavillante, ma questo tipo di duttilità, concentrazione e leadership sono oro colato: il valore di una panchina lunga e di qualità.

ALMQVIST 6,60. Pronti via e rigore. Lo svedese si mangia il campo, anche se poi è costretto a ripiegare molto per aiutare Gendrey a coprire una zona di campo pericolosa. L’impressione è che si stia un po’ contenendo, ma va bene così purché si accenda quando ce ne sarà bisogno.

TOUBA 6. Finalmente vediamo quello che dovrebbe essere – non ce ne voglia Blin – il nostro primo cambio in difesa e che, presumibilmente, si candida per sostituire Baschirotto contro il Genoa. Bell’armadio anche lui, fa il suo durante l’assedio finale, aumentando la curiosità in vista di venerdì sera.

KRSTOVIC 6,95. La sentenza stavolta arriva dagli undici metri, un rigore battuto splendidamente e imparabile. Poi si sbatte in mezzo ai tre del Monza, mandandoli più volte in difficoltà e costringendoli alle maniere forti. Non ha paura quando si tratta di andare a muso duro con gente esperta e poco amichevole come Izzo o Caldirola, ma al momento del rigore senza presunzione si rivolge a capitan Baschirotto e chiede se lo può battere. In tribuna pare ci fossero osservatori di Milan e Inter per lui: siam tutti bravi così, un altro conto è andarlo a scovare in Slovacchia. E adesso: pagare moneta, vedere cammello.

PICCOLI 6,17. Secondo ottimo ingresso per l’altra prima punta del Lecce: fisico e tecnica, sguscia via in dribbling a Caldirola e lo fa espellere. Molto, molto interessante…

BANDA 6,27. Reduce dal viaggio intercontinentale per gli impegni con la Nazionale dello Zambia, più di qualcuno si aspettava Strefezza titolare. Invece no, parte ancora lui e come sempre lo fa a razzo. Inevitabile che vada calando col passare dei minuti facendo pensare che, forse si, un ingresso a partita in corso sarebbe stato più congeniale.

STREFEZZA 5,81. Insufficienza forse ingenerosa per il capitano in pectore, in campo ancora da subentrante. Non è colpa sua se deve fare l’incontrista perché la squadra è in 10, non è colpa sua se gli capita da marcare in area Gagliardini che, giustamente, lo sovrasta di testa e per poco non mette il 2-1.
Lo spirito di sacrificio è quello di sempre, l’umore forse non tanto. Da gestire bene.

 

D’AVERSA 6,65. Il Monza è una squadra apparentemente indebolita rispetto allo scorso anno, ma Palladino è bravo e ha spostato la manovra offensiva dalle fasce al centro, sostituendo l’energia di Carlos Augusto con l’estro di Colpani, letteralmente immarcabile quest’anno in tutte le zone del campo ma anche bravo a fare la mezzala in fase difensiva. Il Lecce soffre tutto questo, il centrocampo corre a vuoto, i centrali difensivi sono costretti a uscire alti per andare a prendere i trequartisti e, di conseguenza, i terzini a stringere in mezzo. La sensazione è che i meriti del Monza vengano prima dei demeriti del Lecce, ma su queste situazioni D’Aversa ci dovrà sicuramente lavorare. D’altronde la squadra è nuova in tantissimi uomini e aspetti e uno degli upgrade rispetto all’anno scorso è che – ma non c’è controprova – dopo un tale assedio la partita sicuramente si sarebbe persa, il Monza avrebbe trovato il golletto in mischia che invece il VAR annulla giustamente perché Gallo è fuori dal campo e quindi Carboni in fuorigioco di rientro. La strenua resistenza finale è invece incoraggiante, perché sa tanto di esperienza di categoria: quando non puoi vincere, cerca almeno di non perdere. La stessa esperienza (e fame) che porta a conquistarti un rigore dopo 30 secondi dal fischio d’inizio. La stessa esperienza che si prende questi 8 punti senza guardare la classifica, perché il Genoa potrebbe schierarsi con lo stesso 3-4-2-1 del Monza, ma con Retegui al posto di Colombo supportato da Malinovski e Gudmundsson. Il Grifone, un’altra delle “bestie” di Serie A da domare.

Monza Lecce 1-1 Krstovic Falcone Baschirotto pagelle definitive seriea 2023

Le pagelle definitive: le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2
Lecce-Salernitana 2-0