La media voto dei calciatori del Lecce in base alle Pagelle della stampa nazionale e locale, con le considerazioni della Penna Verde.

In una partita simile a quella col Frosinone, in cui entrambe le squadre lottano per il risultato pieno, il Lecce (6,14) la tiene in mano ma non affonda il colpo del raddoppio, concedendo al Cagliari il pari.

L’AVVERSARIO: CAGLIARI. Uno dei più importanti pregi delle squadre di Ranieri è la duttilità. Con lui in panchina, infatti, non sai mai cosa ti devi aspettare: difese a tre o a quattro, esterni bassi o alti, centravanti mobili o pennelloni, centrocampo di palleggio o di fatica, leggere in anticipo le mosse del mister testaccino è davvero impresa ardua, a meno che qualche defezione non aiuti a decifrarne in anticipo le scelte. In questo caso, l’assenza forzata di Luvumbo (anche lui in Coppa d’Africa con Banda: un bel duello rimandato al ritorno sull’isola) poteva far immaginare un Cagliari a specchio col Lecce, invece Ranieri furbescamente anticipa dal primo minuto la mossa che di solito D’Aversa (e prima di lui anche Baroni) s’inventa per cambiare la partita, ovvero il 4-2-3-1. E il Lecce infatti va subito in difficoltà, arretrando pericolosamente il baricentro e soffrendo la fisicità di Petagna. Una volta che i giallorossi prendono le misure, i sardi perdono più di qualche duello individuale (Augello in primis, peggiore in campo), dimostrando che la qualità della rosa è comunque quella di una squadra che si deve salvare. Il gol trovato con tutti avanti a “valanga” su calcio da fermo e il conseguente forcing per il tentato sgambetto finale sono altri due marchi di fabbrica del Cagliari di Ranieri, che a Lecce può accontentarsi di un pareggio ma che ha fatto della sofferenza fino all’ultimo il DNA con cui ha scelto di giocarsi la corsa salvezza.

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con gli highlights di Lecce-Cagliari 1-1

Lecce Cagliari 1-1 Gendrey Oristanio Krstovic Falcone Kaba pagelledefinitive SerieA 2024

I voti della stampa, le considerazioni de La Penna Verde

FALCONE 6,45. Cerca di dare sicurezza al reparto durante qualche momento di sbandamento, il miracolo su Prati è la ciliegina sulla torta della sua partita, in cui aveva addirittura preso il gol di Oristanio (e successiva contro-ribattuta), ma la palla aveva già varcato la linea.

GENDREY 7. Dà seguito a quanto visto con l’Atalanta anzi di più, siglando la sua prima rete in Serie A. Certo, la marcatura di Augello è fin troppo allegra, ma lui si fa trovare pronto e su quella fascia non gli dà tregua. Oristanio, però, gli passa davanti sul gol.

PONGRACIC 6,1. Deve tenere a bada un cliente scomodo come Petagna, contro il quale le dà e le prende. Si prende parecchie responsabilità nelle uscite palla al piede, dove non sempre brilla in precisione, come nell’appoggio sbagliato a pochi minuti dalla fine che sembrava potesse essere la fotocopia del gol con cui il Lecce era passato in vantaggio col Frosinone. Che rischio.

BASCHIROTTO 6,15. Il Cagliari aspetta e lascia uscire palla al piede, così lui non deve lanciare. Mette pezze dove servono, sicuramente ha stupito vedere Pongracic e non lui su Petagna.

GALLO 6,35. Ancora una buona prova del terzino che in questo periodo sembra legittimare il posto da titolare. Delle tante chiusure, appoggi, sgroppate e tagli a portar via l’uomo però, negli occhi resta quel tiro che poteva valere il raddoppio e che, invece di spaccare la porta di collo pieno, ha avvitato di esterno ad uscire sul secondo palo. Tutto pur di non usare il destro.

KABA 6,4. Sontuoso fisicamente, sorprendente quando tira fuori dal cilindro la tecnica per uscire fuori da situazioni complicate, come il giro a 360 prima di aprire splendidamente per Gallo. Lo definiremo completamente recuperato, però, quando gli vedremo fare un ripiegamento di corsa al 90°.

RAMADANI 6,1. Anche lui in netta ripresa dopo il calo, recupera tanti palloni ma difetta d’ossigeno in regia.

GONZALEZ 6,1. Torna dal primo minuto, ci mette anima e cuore ma non riesce a incidere. Quasi non si aspettava quel pallone su calcio d’angolo che poi finisce sui piedi di Krstovic: è in queste occasioni che bisogna essere più cattivi.

(BLIN s.v.). Dovrebbe forse prendersi più responsabilità, specialmente quando entra in partite delicate come questa.

OUDIN 6,3. Un palo da fermo, la pennellata su corner per il vantaggio di Gendrey, ma per il resto annega nelle acque tempestose del centrocampo sardo.

(DORGU s.v.). In assenza di ali di scorta, dal momento che sarebbe un ottimo esterno tutta fascia D’Aversa lo lancia nel tridente per il finale di partita. Il timore, però, è che non abbia capito neppure lui se la mossa fosse per difendere o per attaccare.

KRSTOVIC 5,55. Lo stadio lo sostiene sin dal primo minuto. Lui sembra avvertire il calore e si sbatte sotto la pioggia ma è costantemente solo, troppo solo, anche per tentare un appoggio, una sponda. Allora si intestardisce nel difendere anche palloni impossibili, che puntualmente perde, abbacchiandosi fino a quell’errore incredibile che ad onor del vero sarebbe stato annullato per fuorigioco, ma nella testa di un bomber pesa comunque come un macigno.

(PICCOLI s.v.). Entra davvero troppo tardi per poter pensare di cambiare le cose, per di più in un momento in cui è per lo più il Cagliari a tentare il ribaltone.

STREFEZZA 5,65. A piccolissimi sprazzi si rivede il vecchio Strefezza di cui questo, che non salta l’uomo, non centra la porta quando tira e non va a cercarsi la palla nella manovra offensiva, è solo un lontano parente.

(ALMQVIST 5,65). Non sappiamo in che condizioni di salute sia sceso in campo, ma a meno che non avesse avuto trentotto e mezzo di febbre, un paio di ceffoni metaforici se li meriterebbe. Non si fa mai vedere, quando prende la palla sembra che stia facendo un favore a compagni e tifosi. Di correre, poi, manco a parlarne e se c’è da fare un ripiegamento difensivo, beh, ci sarà sicuramente qualche compagno che se ne occuperà, come in occasione del disimpegno sbagliato da Pongracic nel finale che, guarda un po’, era proprio diretto a lui, immobile e indolente: non si gioca così a pallone.

D’AVERSA 6,06. Poco da fare: quando non chiudi le partite, la maggior parte delle volte le chiudono gli altri. Può rammaricarsi solo di questo mister D’Aversa, che certamente non ha colpe se i suoi non la buttano dentro quando dovrebbero. Il Cagliari di Ranieri, tra l’altro, è squadra che di scherzetti in rimonta nel finale se ne intende (citofonare Frosinone o Sassuolo, per dire) e dunque c’era ben poco da star tranquilli con un solo gol di vantaggio. Al momento, però, il Lecce è questo: come organico, come energie, come inerzia psicologica di alcuni giocatori. Se il mister sta insistendo così tanto con Krstovic, infatti, può essere solo e soltanto per tale motivo, ovvero ritiene più importante invertire la rotta mentale del montenegrino che sfruttare l’attuale stato di forma migliore di Piccoli. Scelte, condivisibili o meno, ma scelte.
Di fatto, con questa Coppa d’Africa di mezzo, il Lecce si ritrova al bivio tra ricercare maggiore profondità in organico, con un acquisto per ruolo ad esempio, e rischiare di ritrovarsi con troppa abbondanza di scelte nei momenti topici del campionato. Vista la forma scadente di alcuni elementi chiave, però, propenderemmo volentieri per la seconda ipotesi.

Le pagelle definitive: le medie voto finali in base ai giudizi della stampa locale e nazionale.

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Serie A 2023/24: le pagelle definitive del Lecce

Lecce-Lazio 2-1
Fiorentina-Lecce 2-2
Lecce-Salernitana 2-0
Monza-Lecce 1-1
Lecce-Genoa 1-0
Juventus-Lecce 1-0
Lecce-Napoli 0-4
Lecce-Sassuolo 1-1
Udinese-Lecce 1-1
Lecce-Torino 0-1
Roma-Lecce 2-1
Lecce-Milan 2-2

Verona-Lecce 2-2
Lecce-Bologna 1-1
Empoli-Lecce 1-1
Lecce-Frosinone 2-1
Inter-Lecce 2-0
Atalanta-Lecce 1-0